La nota azienda editoriale calabrese ha investito massicciamente nelle energie rinnovabili. Oggi l’approccio green le consente di coprire il 55 per cento dei costi ma non basta. «È aumentato tutto. Se qualcosa non cambia saremo costretti a rivedere le nostre politiche» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Bollette quasi triplicate e materie prime alle stelle: la lunga estate della crisi energetica non colpisce solo le grandi aziende della conservazione e dell’agroalimentare.
Sull’ottovolante impazzito di prezzi e tariffe legati a gas e a petrolio ci sono salite, loro malgrado, anche quelle aziende che nel loro ciclo produttivo utilizzano tecnologie meno energivore e che ai costi dell’energia (e al rispetto dell’ambiente), ci avevano pensato per tempo. Come nel caso di Rubbettino, il colosso calabrese dell’editoria con gli stabilimenti sulle colline di Soveria Mannelli, che da anni ha intrapreso un percorso di riconversione green dei propri impianti.
Costi alle stelle
«L’ultima bolletta - racconta Marco Rubbettino, che dell’azienda è il direttore generale – è superiore di quasi tre volte a quella dello scorso anno. E anche se i costi energetici in un’industria come la nostra non sono i più pesanti a bilancio, gli aumenti si sono fatti sentire e si faranno sentire nel prossimo futuro. Sia direttamente in bolletta, che sugli approvvigionamenti delle materie prime».
L’esplosione del costo dell’energia si riflette infatti su tutta la filiera produttiva delle industrie grafiche. Colle, adesivi, solventi: tutte le materie complementari alla produzione hanno registrato nell’ultimo anno aumenti esponenziali. Per non dire della carta, praticamente raddoppiata.
«Nell’ultimo anno – dice ancora Rubbettino – la carta che utilizziamo per le nostre pubblicazioni è passata da 0,75 euro a più di 1,5 al chilogrammo. Ed in più è diventata introvabile. Ormai, con il blocco pressoché totale delle importazioni dall’Asia, tutti si sono lanciati sul mercato italiano e su quello nord europeo: mercati che certificano la provenienza del prodotto e da cui noi ci serviamo da anni grazie alle nostre politiche di rispetto dell’ambiente. Ora vanno a bussare tutti lì, e ci vogliono mesi per averla».
Quasi novanta dipendenti ospitati nei due rami dell’azienda – quello prettamente industriale (che stampa anche per editori nazionali e negli anni si è aperta ad altri mercati legati al “packaging”) e quello editoriale, con un catalogo autori molto apprezzato – lo stabilimento sulle montagne del catanzarese da anni si è dotato di un moderno impianto fotovoltaico in grado, numeri alla mano, di contenere almeno in parte i costi legati al continuo rimbalzo del prezzo del gas.
«Abbiamo sempre creduto nella sostenibilità e nel rispetto dell’ambiente. Negli anni – dice ancora il direttore – abbiamo investito molto sulle energie rinnovabili e ora il nostro impianto copre il 55% del nostro fabbisogno energetico. Ma entro l’inverno dovremmo completare i lavori per ulteriori 100 kw e contiamo di superare la soglia del 60% di energia raccolta direttamente con fonti rinnovabili».
Le politiche green adottate hanno consentito all’azienda di arginare, almeno parzialmente, le anomalie di un mercato imbizzarrito. «Quello che sta succedendo non è affatto indolore. Con gli aumenti registrati nell’ultimo anno, il costo di un singolo libro dovrebbe essere quasi raddoppiato, ma neanche un pubblico “consapevole” come quello di adesso potrebbe accettarlo. Non credo che le cose torneranno ai livelli pre-crisi, ma continuo a confidare nel mercato che sa sempre trovare la strada. Per i prossimi mesi tireremo la cinghia, ma se la situazione non migliorerà, a fine anno saremo costretti a rivedere le nostre politiche».