Stop allo sciopero del 4 aprile dopo il provvedimento del Governo che ha stanziato 500 milioni di euro a sostegno della categoria. Il segretario di Confartigianato: «Problema strutturale che va risolto in maniera definitiva»
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Stop allo sciopero indetto il 4 aprile dagli autotrasportatori contro il caro gasolio. Rientra la protesta grazie al pacchetto di misure previste dal Governo: «Noi abbiamo più volte annunciato, in queste settimane, fermi della categoria su richiesta della nostra base associativa» - spiega Silvano Barbalace segretario regionale Confartigianato.
«L'ultimo era in programma il 4 aprile ma il Governo con gli ultimi provvedimenti è riuscito a mettere una pezza a questa problematica. Così consentirà alle aziende di ottenere una boccata d'ossigeno». Si tratta di 500 milioni di euro che il Governo dovrebbe liquidare sotto forma di contributo e a integrazione del taglio delle accise che ha ridotto il costo del gasolio di 25 centesimi a litro. «Ovviamente si tratta di un problema che viene risolto in maniera provvisoria e che lascia il dato storico irrisolto, su cui noi continuiamo a fare pressione sul Governo nazionale per porvi un rimedio definitivo. È un fondo nazionale - aggiunge ancora - e necessita del decreto attuativo da parte dei ministeri competenti che ne definirà i criteri. Noi di Confartiganato seguiamo con attenzione per far sì che queste risorse arrivino in tempi certi e rapidi nelle casse delle aziende dell'autotrasporto».
Necessarie, quindi, misure strutturali: «Abbiamo stimato che il caro gasolio incide per il 30-35% sui costi di gestione di una azienda di autotrasporto. È evidente che le aziende hanno risentito fortemente di questi aumenti che però non sono legati alle ultime vicende che hanno interessato con la crisi Russia Ucraina ma erano problematiche che erano già emerse negli scorsi mesi. Dobbiamo ricordare che gli autotrasportatori sono quelli che ci consentono di poter avere i nostri prodotti sugli scaffali dei supermercati e nei negozi. Quasi l'80% della merce viaggia su gomma in Italia, quindi, dobbiamo tenere a mente che nel momento in cui le aziende dell'autotrasporto decidono di fermarsi non per loro volontà ma perchè le condizioni oggettivamente non gli consentono di stare più su strada tutto il mondo economico ne risentirebbe in maniera spaventosa».