VIDEO | Il sindacalista chiede di accelerare le procedure per la cessione dell’azienda che ha presentato richiesta di concordato e invita l'esecutivo ad attivarsi per garantire trasparenza nel processo di acquisizione
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Ci sarebbero diversi soggetti interessati ad acquisire l’Abramo Customer Care, che a fine novembre ha presentato richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Roma. Particolarmente interessante sarebbe la proposta avanzata da un fondo irlandese, cui fanno capo altre società operanti già nel settore del Contact Center. Per questo, sostiene la Uil, è il momento di accelerare le procedure per la cessione aziendale, anche per tranquillizzare i lavoratori – circa 3 mila in Calabria – che vivono un periodo di incertezza.
Processo sia chiaro e trasparente
«Ora che c’è l’ipotesi concreta – spiega Fabio Tomaino, segretario della Uil di Crotone - di una società che vuole rilevare l’azienda, i processi devono essere rapidi e chiari. Che sia un soggetto proveniente dal mondo del Contact Center è a beneficio del capitale umano che ormai ha circa 22 anni di esperienza, quindi è una garanzia sotto questo aspetto».
Tomaino sottolinea che «è necessario un piano di riorganizzazione della società affinché diventi nuovamente competitiva nel settore delle telecomunicazioni, ma questo deve essere frutto di un ragionamento trasparente che ci deve mettere in condizione di poter vigilare».
Salvaguardare i lavoratori
«È il momento – continua il segretario della Uil di Crotone - che vengano restituiti ai lavoratori dignità, rispetto e serenità, perché ancora una volta stanno dimostrando di essere la vera risorsa dell’azienda: i loro indici di produttività dimostrano che l’azienda è appetibile. Per questi motivi, anche, i tempi sul concordato e sul processo di cessione devono essere rapidi».
Mantenimento sedi e livelli occupazionali
Il progetto presentato dal fondo irlandese, sebbene non ancora noto nei dettagli, potrebbe interessare la Uil, ma Tomaino avverte: «Deve seguire due capisaldi principali: il mantenimento delle sedi e dei livelli occupazionali. Per fare ciò, c’è bisogno di un confronto tra diversi soggetti, non solo il sindacato ma anche il governo, che si deve fare garante della trasparenza della procedura».
«Purtroppo ho la sensazione che il governo ancora faccia da spettatore, ma – prosegue Tomaino - i tavoli ministeriali servono anche a questo, non solo a gestire uno stato di crisi ma soprattutto a creare un progetto di sviluppo e di rilancio che a Crotone, in questo momento, interessa oltre 1300 unità. Insomma, c’è bisogno di un movimento istituzionale che ora non è abbastanza incisivo proprio perché, secondo me, il governo è ancora a una presa d’atto della questione e non di monitoraggio».