VIDEO | Secondo il segretario regionale Ligato il prolungarsi dei tempi non aiuta e potrebbe far perdere valore all’azienda complicando il processo di acquisizione
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La proroga per la presentazione del piano concordatario concessa dal Tribunale di Roma all’Abramo Customer Care non è arrivata del tutto inattesa, ma il dilatarsi dei tempi della procedura di acquisizione, preoccupa lavoratori e sindacati, come emerso già nell’ultima riunione del tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone.
Tempo è fattore chiave
Più i giorni passano, più aumenta il rischio che i due potenziali acquirenti, il fondo Heritage e System House, possano perdere interesse nei confronti dell’azienda. «A noi non interessa quale fra le due aziende potrebbe acquisire l’Abramo Customer Care, a noi interessa che venga garantito l’intero perimetro occupazionale: 3mila persone in Calabria e oltre mille persone a Crotone sono il bene da tutelare» ribadisce Alberto Ligato, segretario regionale Slc Cgil.
Incertezza non aiuta commesse
Il clima di prolungata incertezza potrebbe allontanare anche i committenti «perché con lo strumento della clausola sociale, possono assegnare le commesse ad altre aziende. Dal primo aprile, 197 persone impiegate su Sen, il Servizio Elettrico Nazionale di Enel, transiteranno da Abramo a System House. Poi c’è Ho-Mobile, società controllata da Vodafone, che a Montalto impiega oltre 200 persone, che sta preparando l’assegnazione di gara. In una situazione di incertezza, difficilmente il committente confermerà la gara ad Abramo ma potrebbe guardarsi intorno e cercare un’azienda più solida».
L’azienda perde valore
Tutto questo, secondo Ligato, «crea disvalore perché l’Abramo è un’azienda costruita sul valore delle commesse e delle persone che ci lavorano e producono fatturato: una volta andate via le commesse (vedi Sen) e le persone, va via il fatturato e l’azienda perde valore. Ma si perde anche l’interesse da parte delle aziende che la vogliono acquisire».
Intanto, il deputato di Forza Italia, Sergio Torromino, nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione parlamentare, tornando a chiedere che il Governo – unico grande assente a parere di molti - apra un tavolo di crisi sulla vicenda.