«Presidente, e padre di tutto noi come sempre Lei si è definito, Gianni Abramo, scrivendo queste righe e pubblicandole, confido nel suo buon cuore e soprattutto nel sua capacità di poter captare la nostra ultima quotidianità emotiva avendo consapevolezza del nostro attuale stato d’animo contestualizzato nella nostra terra tanto bella e tanto disastrata e resa Rossa su più fronti». Così in una lettera aperta alcuni lavoratori della Abramo C&C.

 

«Di colpo tutto il nostro mondo non c’è più – continuano - non c’è più aria, non c’è più luce, non c’è più la nostra serenità’, non c’è più il nostro piccolo porto sicuro, il nostro stipendio...buio totale! Si è materializzato il fenomeno dell’implosione... tutto è ceduto! Smarrimento e incredulità sono espressi con frasi del tipo “non può essere vero!” Come è possibile? Proprio ora alle porte del Natale di un anno bisestile con protagonista il mostro invisibile una pandemia mondiale! Descrivo questo momento con una metafora molto calzante, quella dello tsunami! Non mi va di esprimere giudizi, Non e’ il momento!»

 

E ancora: «Nessuno di noi sta sputando nel piatto in cui ha mangiato.... sia chiaro! Parliamo di un “sentirsi presi in giro” rispetto a come ci eravamo immaginati il nostro futuro sia prossimo che lontano, si rimane delusi perché le nostre convinzioni ormai sembrano disattese e sta andando tutto a rotoli. Stiamo provando una forte delusione che ci  porta ad un mix di emozioni in primis la rabbia iniziale, e bhe ci sta, poi sopraggiunge, la tristezza per ciò che pensiamo di aver perso rispetto alle nostre idee e infine inevitabilmente anche una notevole quantità di confusione, che a mio parere è la parte più brutta... perché rende la delusione un’emozione abbastanza inquieta che ci toglie il sonno. E la lucidità!»

 

«Ripercorrendo il nostro percorso penso che l’azienda ha iniziato nel migliore dei modi e con buoni presupposti... tutto ciò non si è sviluppato perché ahimè siamo in Calabria e esiste il fenomeno della tanto famigerata “raccomandazione”! Sedie riscaldate da chi non ha le giuste capacità e competenze. Forse la miglior decisione sarebbe stata quella di dare una svolta radicale, ribaltare l’attuale per intraprendere un nuovo percorso e senza dubbio alcuno ne sarebbe valsa la pena, o meglio dare una precedenza diversa e creare una discontinuità di gestione. Avrebbe, come Lei definiva la sua azienda da sempre, avuto bisogno di uomini sereni, precisi e a volte, se necessario, con sentimenti manageriali. Forse ad oggi un solo rimpianto possiamo rimproverare a noi stessi ed e’ quello che avremmo dovuto chiedere a Lei Presidente Abramo un gesto di estrema generosità per la sua numerosa famiglia, per noi tutti, che negli anni ha creato con perseveranza tenacia e tanta ma tanta voglia di far crescere la famiglia. E’ evidente che la guida e’ senza un'adeguata preparazione e attenzione strategica, un dato di fatto che dimostra la triste realtà un’azienda diventata più grande e meno efficiente. Una squadra motivata e altamente produttiva è meglio di una squadra pigra con un morale scarso».

 

«Non necessitavamo di grandi menti eccelse ma di semplici professionisti adeguati alle competenze di mercato e di spessore al peso dell’azienda che si era a capo, gente umana affidabile, di scelte concrete e serie, pronte al compito di far emergere il fiore all’occhiello, tutto qui, di guidare un ferrari perché noi quello siamo da sempre! Questo conto bello caro e salato lo stiamo pagando noi.......... noi che “il nonostante tutto” turni, Natale, Ferragosto, Pasqua, battesimo, matrimonio, umiliazioni e chi più ne ha più ne metta abbiamo sempre messo al Primo posto il lavoro umile e bello, e si perché noi abbiamo la sfortuna di lavorare in Calabria dove non c’è un offerta, dove bisogna accontentarsi, dove la gente bella come noi fa di questo lavoro un sogno e crea famiglia, crea un futuro e si fa rate e mutui per tirare avanti il carretto!

Forse l’errore è stato proprio nella mancanza di comunicazione eppure noi siamo o meglio dovremmo essere l’eccellenza della comunicazione...! E bene sì....Un buon padre di famiglia discute, si confronta, Lei questo non lo ha fatto! Ed e’ per tutto questo che Le chiedo un ultimo sforzo... rivogliamo la nostra vita fatta di attimi sereni e di momenti felici, di vivere l’arrivo di giorno 15 (che ormai è giorno 25) con spensieratezza e perché no di continuare a sognare piccole cose! Noi ancora speriamo in una ripartenza, speriamo in uno stipendio, speriamo in un sereno Natale!»