Il dato emerge dal report di Terna. La nostra regione già contribuisce per il 5,7% su scala nazionale nella produzione di energie rinnovabili. Le nuove connessioni soprattutto per l'eolico ad alta tensione
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Il Sud rappresenta la nuova frontiera per gli investimenti in energia rinnovabile. È quanto si evince dal report redatto nel marzo scorso da Terna, che gestisce la rete elettrica nazionale, e, in parte, incluso nel rapporto preliminare varato dalla Giunta in agosto come aggiornamento al piano integrato energia e clima che definisce le strategie politiche in materia energetica per i prossimi anni.
La corsa alle rinnovabili
L’aumento si è registrato esponenziale già nel biennio 2021/2022. In Italia si è assistito ad un raddoppio della quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili per l’effetto dell’installazione di nuovi impianti o dell’incremento della capacità di quelli già esistenti. Secondo Terna, nel corso dei due anni la percentuale si assesta sul +124%. Nel nord Italia si sono preferite nuove installazioni di impianti fotovoltaici di piccola taglia mentre al sud impianti eolici ma ad alta tensione.
Autonomia energetica
Nella classifica, la Calabria si piazza in buona posizione. Come già riportato, la nostra regione contribuisce alla produzione del 5,7% su scala nazionale d’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, con numeri che, in teoria, consentirebbero di raggiungere agevolmente l’autosufficienza dal momento che entro i confini regionali viene prodotto l’81% del fabbisogno energetico.
Investimenti al Sud
Non a caso, sulla base degli scenari delineati da Terna, questa performance potrebbe essere migliorata a breve. È infatti nel sud Italia e nelle isole che si concentra la maggiore richiesta di connessioni per l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e termoelettrici, in considerazione delle enormi risorse naturali da sfruttare.
Impianti ad alta tensione
A dicembre 2022, sono state avanzate in Calabria richieste di nuove installazioni ad alta tensione per 610 mw da impianti fotovoltaici (+12%) e ben 4.649 mw da impianti eolici on-shore (+88%). Decisamente molto più elevate le richieste di nuove connessioni ad alta tensione pervenute in Sicilia (35.653 mw per fotovoltaico e 12.190 mw eolico) e in Sardegna (18.499 mw fotovoltaico e 12.456 mw eolico). Insomma, nel sud Italia si concentra il 77% di nuove richieste di connessioni per impianti di grossa taglia per una potenza complessiva di circa 160mila mw.
Media e bassa tensione
La percentuale si assesta sulla quasi parità se si esaminano, invece, le richieste per nuove connessioni di impianti di piccola e media taglia. Il trend complessivo è sempre in crescita ma la sproporzione diminuisce tra nord (51%) e sud (46%). Le pratiche presentate in Calabria puntano alla produzione di 673 mw da fotovoltaico (+76%) e di 216 mw di eolico (+24%).
Domanda fuori misura
Una domanda che appare fuori misura, e lo è ancor di più se le richieste per nuove connessioni vengono commisurate agli obiettivi posti dall’Unione Europea, nel Fit for 55, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera e parallelamente l’incremento di produzione di energia da fonti green.
I parametri europei
Per conseguire quel target l’Italia dovrebbe raggiungere, entro il 2030, una produzione da fonti rinnovabili pari a 102 gw, attualmente la capacità disponibile è pari a 63,6 gw. Lo sforzo richiesto alla Calabria per contribuire alla politica comunitaria però non appare fuori portata, al contrario.
Richieste per nuove connessioni
Terna stima che l’attuale potenza prodotta (al 31 dicembre 2022) e quantificata in 1,8 gw andrebbe integrata con ulteriori 1,6 gw per raggiungere una capacità di 3,4 gw. Ma le richieste per nuove installazioni esuberano, e di gran lunga, l’obiettivo. La domanda sfonda i 6 gw - 4,8 prodotti tramite eolico on-shore e 1,3 gw tramite fotovoltaico – generando un aumento della produzione del +259%.
Cinque volte di più
Uno scenario che varia al variare della posizione geografica. Il mercato del sud Italia risulta, infatti, decisamente più appetibile. Secondo le proiezioni di Terna: «Le richieste di connessione presentano una potenza nominale fino a cinque volte superiore rispetto alla previsione della capacità installata al 2030, mentre l’area nord prevede al momento una potenza installata al 2030 che risulta circa in linea rispetto alle richieste di connessione attualmente attive».
La nuova frontiera
Insomma, il Sud rappresenta davvero la nuova frontiera per chi – sospinto dalle politiche green – intende investire nella produzione di energia rinnovabile. Evidentemente, è così che spiega l’esubero di domanda che se da un lato consentirebbe di superare agevolmente i target fissati dall’Ue; dall’altro, solleva più di un dubbio sulla distribuzione “efficiente” degli impianti sul territorio nazionale. Nel report Terna fa riferimento ad un rischio, ovvero le eccessive richieste di nuove connessioni alla rete potrebbero generare, soprattutto nel sud Italia, una distribuzione non aderente al principio della massima accoglibilità per area.