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In relazione alle notizie inesatte e devianti apparse in questi giorni sulla stampa e sulle dichiarazioni dell’ex-Presidente della Fondazione Calabria Etica, è necessario precisare alcune doverose informazioni al fine di ristabilire la correttezza e fondatezza delle notizie, limitandosi ovviamente ad un mero aspetto tecnico-procedurale senza valutazioni politiche che appartengono alla Giunta Regionale.
Com’è noto per l’ampio risalto che sulla stampa è stato dedicato alla questione delle “assunzioni” della Fondazione Calabria Etica, avvenute durante la campagna elettorale di rinnovo del Presidente della Regione e del Consiglio Regionale, a seguito del commissariamento della Fondazione deciso dalla Giunta Regionale è in corso una inchiesta interna della Regione Calabria ad opera di una Commissione d’indagine di supporto al Commissario Straordinario della Fondazione e composta dai Dirigenti Generali dei Dipartimento Lavoro, Controlli e Bilancio, insediata nello scorso mese di febbraio che entro il corrente mese di aprile porterà ad una relazione dettagliata fornita alla Giunta Regionale, e che sarà alla base di successive determinazioni dell’Esecutivo, circa i Progetti realizzati dalla Fondazione Calabria Etica su affidamento del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria nell’ultimo anno, pari a 38 Progetti per un importo finanziario di circa 24 milioni di euro, di cui 13 attivati da ottobre 2014 a ridosso della competizione elettorale per un importo finanziario di circa 15 milioni di euro.
E’ ovviamente da rammentare che sul complesso delle procedure di tali Progetti è altresì in corso una indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha già portato all’acquisizione da parte degli Inquirenti della relativa documentazione.
Nel corso della verifica delle procedure attivate da Fondazione Calabria Etica, oggetto di una recente valutazione congiunta tra Commissario Straordinario della Fondazione e Dipartimento n.6 Sviluppo Economico e Lavoro della Regione Calabria in data 26/3/2015, è emerso in modo inconfutabile che alcuni di tali Progetti attivati, e precisamente 4 Progetti per un importo totale di quasi 7 milioni di euro, erano del tutto privi di formale atto di affidamento e di finanziamento a favore della Fondazione Calabria Etica e che su tali Progetti erano però stati contrattualizzati circa 260 operatori con contratti di collaborazione professionale.
Per tali Progetti risultava agli atti solo una procedura preliminare di richiesta di progettazione, con proposta esecutiva avanzata da Fondazione Etica al Dipartimento Lavoro nel mese di ottobre 2014, ed una nota del 22/10/2014 del Dirigente Generale pro.tempore del Dipartimento che autorizzava l’avvio delle attività preliminari/ propedeutiche dei Progetti considerati, rinviando a successive procedure amministrative di finanziamento nei limiti del patto di stabilità, senza autorizzare stipula di contratti o spese.
A tale nota preliminare, che non costituisce in alcun modo atto amministrativo che determina obbligazioni giuridiche, non è poi seguito alcun Decreto di autorizzazione, nè stipula di convenzione né regolare impegno di spesa, che costituiscono gli atti necessari ed obbligatori per la P.A. per determinare obbligazioni giuridiche nei rapporti con i terzi.
Di conseguenza le contrattualizzazioni operate dalla Fondazione Calabria Etica per i Progetti considerati sono da ritenere da parte della Regione Calabria nulli e non rendicontabili in quanto stipulati in carenza di atti contrattuali o convenzionali, e peraltro in violazione della disposizione a suo tempo emanata dal Presidente facente funzioni della Giunta Regionale Dr.ssa Stasi che aveva determinato, all’avvio della campagna elettorale regionale, l’obbligo per i Dipartimenti Regionali e per gli Enti partecipati o “in-house” (come la Fondazione Calabria Etica) di non procedere in ricorrenza della campagna elettorale a qualsiasi contrattualizzazione o assunzione, che evidentemente non è stata rispettata dal Presidente pro-tempore della Fondazione Calabria Etica.
Tale determinazione, a seguito di esplicita richiesta del Commissario Straordinario della Fondazione di chiarimento alla Regione Calabria prot. 925 del 27/3/2015, è stata assunta dalla Direzione Generale del Dipartimento n. 6 Sviluppo Economico e Lavoro della Regione Calabria con comunicazione prot. 102333 del 31/3/2015 che ha precisato alla Fondazione l’inammissibilità della procedura attivata dalla Fondazione per i 4 Progetti precisati in carenza di atti amministrativi di autorizzazione, impegno di spesa e stipula di convenzione, invitando con ciò il Commissario agli adempimenti considerati.
Da qui l’avvio delle necessarie procedure in corso da parte del Commissario Straordinario in autotutela sui circa 260 contratti stipulati irregolarmente in carenza di copertura finanziaria e di convenzione, non sussistendo alcun atto amministrativo formale di affidamento, e non –per come affermato in Conferenza Stampa dall’ex-Presidente- per “cavilli burocratici di mancata repertoriazione della convenzione”. Senza entrare nel merito delle procedure di selezione del personale che sarà oggetto di successiva valutazione a conclusione del lavoro della Commissione d’inchiesta.
Pare altresì opportuno rammentare che la pubblicazione avvenuta sul sito della Fondazione Calabria Etica dei nominativi e degli importi dei contratti stipulati dalla Fondazione non appartiene ad una volontà di “ludibrio” dei contrattualizzati, ma ad una precisa disposizione normativa in materia di trasparenza che impone alla Pubblica Amministrazione la pubblicazione sui siti istituzionali di tutti i contratti di collaborazione stipulati.
Questa la sostanza formale della questione, senza valutazioni politiche. Appare dunque evidente come alcune notizie pubblicate sui giornali cartacei e “on-line” e le affermazioni della richiamata Conferenza stampa dell’ex-Presidente della Fondazione Etica siano infondate e inesatte e appartengano alla categoria della polemica politica o al tentativo di travisamento dei fatti nella evidenza della irregolarità o illegittimità di alcune procedure di contrattualizzazione avviate.
Pur senza entrare nella discussione politica, pare comunque opportuno che vengano evitati i richiami alla difesa del “pane di 250 famiglie” che sarebbe stato negato dalla Regione Calabria, in quanto tale affermazione finisce per negare il necessario rispetto delle regole amministrative e della trasparenza che devono ispirare ogni atto della Pubblica Amministrazione e degli Organismi “in-house”, e che l’impegno contro la povertà, su cui l’Amministrazione Regionale si sta impegnando con un Piano specifico, riguarda non solo le 250 famiglie richiamate ma le decine di migliaia di famiglie calabresi in condizioni di povertà e di disperazione che non hanno potuto trovare “scorciatoie” di opportunità di lavoro come quelle attivate, quanto meno con disinvoltura se non di illegittimità, dalla precedente gestione di Fondazione Calabria Etica.
Responsabilità degli Amministratori ed anche della stampa è quella di non alimentare con demagogia “guerre tra poveri” e non fomentare climi di caccia ai capri espiatori che sono pericoli in una Regione disperata ed alle prese con delicati problemi di coesione sociale e di ordine pubblico.