Calabria, terra degli ultimi: 120mila famiglie senza soldi per le spese sanitarie

Il dato emerge da un'analisi di Demoskopica che evidenzia in maniera netta il disagio economico dei cittadini calabresi, con il 15% dei nuclei familiari in grande difficoltà

di Ilaria Lenza
6 giugno 2019
11:31

Terra degli ultimi, dei dimenticati. Bella e amara. Vuota di promesse e proposte. Terra di nessuno. Landa desolata e confinata ai piedi dello Stivale. Ultima: sempre ultima fra le ultime. È la Calabria dei senza lavoro, degli emigrati, dei servizi solo a tratti garantiti, delle possibilità puntualmente mancate. E arriva dal baratro di una nuova classifica l'eco del disagio: in Calabria, in alcuni periodi dell'anno, 120mila famiglie non hanno i soldi per potersi curare.


Il report

Il dato emerge dall'Indice di performance sanitaria realizzato da Demoskopica sulla base di una serie di indicatori, fra cui si annovera il disagio economico delle famiglie, elaborato dall'istituo su dati Istat del 2017. Proprio nel 2017 circa 1,6 milioni di famiglie in Italia hanno dichiarato di non potersi permettere cure sanitarie in alcuni periodi dell'anno. Un fenomeno che interessa maggiormente il Mezzogiorno. Il disagio economico, infatti - stando al report -, investe tutte le realtà meridionali, ma si colloca in Calabria più che altrove. Sono soprattutto le famiglie calabresi «con una quota del 14,9%, quantificabile in circa 120mila nuclei familiari» a denunciare il problema. A seguire le altre meridionali: «la Sicilia con una quota del 14,2% pari a ben 283mila famiglie, la Campania (10,3%), la Basilicata (9,2%) e la Puglia (9,1%) coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente 223mila, 22mila e 146 nuclei familiari».



La "terapia d'urto"

Un'analisi, quella di Demoskopica, che assegna alla Calabria il primato negativo, a classifica invertita, ma che vede la regione in fondo anche rispetto ad altri indicatori, quali, ad esempio, mobilità sanitaria, contenziosi e soddisfazione sui servizi sanitari. L'indagine mette a nudo le fragilità, i disagi di una intera popolazione che non vuole più essere assistita ma avviata in un qualche processo di crescita e di ripresa e che non chiede altro che efficienza, non solo sanitaria. Chiede, in buona sostanza, una "terapia d'urto" che possa estirpare i mali di questa terra dalla radice.

 

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