Monitoraggio della Prefettura presso i comuni: su dieci milioni stanziati per l'emergenza Covid attraverso l'ordinanza della Protezione civile, sei milioni e mezzo sono ancora da erogare. Raggiunto solo l'otto per cento dei nuclei residenti nel territorio
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Le statistiche diffuse dalla Prefettura di Cosenza sono aggiornate al 30 aprile scorso e calcolate sulla base dei dati trasmessi da 113 comuni sui 150 della provincia.
Le finalità del monitoraggio
L’attività di monitoraggio avviata dall’Ufficio Territoriale di Governo, informa un comunicato, è finalizzata a verificare la portata del disagio sociale nel territorio e l’efficacia delle misure adottate, anche per individuare eventuali correttivi da concordare con gli stessi enti locali.
Sostegno per poche famiglie
Ad una prima verifica emerge che solo il 36% delle risorse stanziate con l’ordinanza di Protezione Civile del 29 marzo scorso è stato, ad oggi, erogato. Sul totale di oltre 215mila nuclei familiari, mono e pluriparentali, residenti nella provincia, soltanto l’otto per cento ha avuto accesso ai contributi. «Si tratta di una percentuale molto bassa – si legge nella nota - non destinata a rilevanti e significative variazioni anche qualora dovessero pervenire i dati, oggi mancanti, di alcuni centri maggiormente popolosi».
Ancora più di sei milioni disponibili
Secondo i calcoli effettuati dalla Prefettura, su oltre dieci milioni di euro assegnati alle amministrazioni municipali, ne residuano ancora oltre sei milioni e mezzo, cioè il 64% del totale stanziato. Per il rilevante ammontare del residuo, rispetto a quanto ad oggi erogato, per la quasi totalità in buoni spesa, alcuni comuni hanno avviato procedure per un ulteriore bando, anche rimodulando i criteri di selezione, con l’obiettivo di ampliare la platea dei beneficiari.
Controllo costante
«Questa Prefettura – si conclude il comunicato - continuerà nell’attività di monitoraggio, al fine di avere un quadro quanto più esaustivo possibile del reale disagio socio-economico che ha investito la provincia, quale conseguenza dell’emergenza sanitaria in atto, nella considerazione che la presenza di categorie di cittadini a rischio di esclusione sociale possa costituire terreno fertile per devianze».