Al Teatro Paolella con Daniele Kihlgren, ideatore del modello del borgo abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, un focus su ospitalità diffusa e valorizzazione dei patrimoni dimenticati
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Questa sera il Teatro Paolella nel cuore del centro storico di Rossano ospiterà un evento di caratura nazionale dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico minore italiano. Alle ore 17.30 sarà protagonista Daniele Kihlgren, ideatore dell’esperimento che ha trasformato il borgo abruzzese di Santo Stefano di Sessanio in un modello virtuoso di recupero architettonico e sviluppo turistico sostenibile. Un patrimonio unico al mondo, quello italiano, fatto di borghi storici, aree interne e architetture vernacolari che non trovano paragoni all'estero. Questo concetto, sostenuto con forza da Kihlgren, sarà al centro dell’intervista pubblica condotta da Lenin Montesanto, esperto di marketing territoriale e creatore dei Marcatori Identitari Distintivi, e Giuseppe Brindisi, noto volto Mediaset e conduttore del programma "Zona Bianca".
Un esempio di successo e un futuro da costruire
L’appuntamento di sabato rappresenta un’occasione per misurare trent’anni di risultati a partire dall'esperienza di Santo Stefano di Sessanio, un borgo che rischiava di scomparire e che oggi è riconosciuto a livello internazionale come modello di albergo diffuso. L’iniziativa è promossa dall’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, in collaborazione con l'associazione Otto Torri sullo Jonio e con il patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria. A presentare le progettualità future per i centri storici della città sarà il sindaco Flavio Stasi, insieme a Salvatore Tavernise, presidente della Commissione Strategie e Integrazione. L'obiettivo: avviare anche a Corigliano-Rossano un progetto concreto di albergo diffuso.
La ricchezza dei borghi abbandonati
Secondo Kihlgren, in Italia ci sono tra i 2000 e i 6000 borghi completamente abbandonati, destinati a diventare ruderi nel giro di pochi decenni. Molti altri sono semi-abbandonati, caratterizzati da un'architettura povera ma autentica, risparmiata dagli stravolgimenti della modernità. È in questa autenticità che risiede il vero valore aggiunto: culturale, estetico ed economico. Il modello di sviluppo fondato sulla tutela e valorizzazione di questi borghi, sottolinea Kihlgren, è particolarmente adatto per contrastare fenomeni come l’overtourism, favorendo un turismo più rispettoso e sostenibile, in grado di rilanciare le aree interne italiane.
Turismo di qualità e imprenditoria diffusa
Il turismo che si auto-seleziona, attratto da valori autentici e non dalle mode effimere, rappresenta il futuro per le comunità locali. L’approccio proposto da Kihlgren è accessibile: piccoli investimenti, spesso sostenuti da programmi di finanziamento pubblico, permettono alle famiglie di ristrutturare antichi immobili e avviare attività ricettive a misura d’uomo. A differenza delle strutture tradizionali "capital intensive", il modello dei borghi diffusi democratizza l'accesso all'imprenditoria turistica, promuove economie locali solide e limita il drenaggio economico verso le grandi catene internazionali. Il risultato è una crescita equilibrata che restituisce dignità e futuro a territori troppo spesso dimenticati.
Un’Italia senza correnti
Sul patrimonio storico minore, l’Italia non ha rivali. Nessun altro Paese può vantare la stessa quantità e qualità di borghi autentici, capaci di raccontare una storia millenaria. Recuperarli significa non solo preservare la memoria, ma costruire opportunità concrete di sviluppo. L'evento di questa sera a Rossano è un invito a guardare oltre l’emergenza, ad abbracciare una visione di lungo periodo, dove cultura, economia e identità si intrecciano per dare nuova vita alle nostre radici più profonde.