«Il decreto appena varato dal Governo vanifica il positivo lavoro intrapreso con la Regione Calabria sostanziato nel recentissimo incontro con la commissione regionale competente teso ad affrontare e risolvere in maniera strutturale il problema dei crediti fiscali incagliati derivanti dai bonus edilizi. Infatti, la legge regionale era pressoché pronta ed i meccanismi condivisi». È quanto afferma il presidente di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante, commentando le previsioni del decreto legge appena varato dal Governo sul Pnrr che contiene una norma che blocca la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi.

«Se il Governo non individua in tempi stretti una diversa soluzione strutturale - denuncia Perciaccante – con il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, centinaia di imprese calabresi rimarranno senza liquidità e in maniera inevitabile i cantieri si bloccheranno nella totalità, con gravi conseguenze per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie. Anche alla luce della recente pronuncia di Eurostat secondo la quale il superbonus 110% non è un debito pubblico, occorre scongiurare con ogni mezzo che ciò accada; per questo - continua il presidente di Ance Calabria  - auspichiamo che tutti i senatori e i deputati calabresi si attivino per non vanificare il lavoro fatto finora, in grado di risolvere un problema divenuto drammatico e ridare linfa a un bonus edilizio che sta rendendo più efficiente a livello energetico il patrimonio immobiliare regionale, creando importanti ricadute economiche ed occupazionali».

Secondo i dati Enea al 31 gennaio 2023, grazie alla misura del super ecobonus 110% finora in Calabria sono partiti 12.379 interventi per un ammontare di circa 2 miliardi e centoquaranta milioni di euro, di cui quasi 1 miliardo e seicento milioni di euro riguardano lavori portati a termine (74,4%), creando migliaia di nuovi posti di lavoro. L’ammontare dei crediti incagliati si aggira invece intorno ai 500 milioni.

«Non possiamo credere - conclude il presidente Perciaccante - che il Governo possa aver deciso di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza aver prima individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo; la situazione attuale di stallo e incertezza sta mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni, visto il coinvolgimento di tutta la filiera che, in termini di investimenti, rappresenta una parte rilevante del Pil regionale».

«Sui crediti relativi ai bonus edilizi pare profilarsi un conflitto fra il Governo e gli enti locali che hanno avviato, o stanno studiando il modo di farlo come succede in Calabria, l’acquisizione dei crediti fiscali - dice invece Maria Elena Senese, segretario generale della FenealUil Calabria - se così fosse, purtroppo, non ci troveremmo soltanto di fronte all’ennesimo scontro di competenze ma dovremmo registrare il rischio di veder crollare un comparto, quello dell’edilizia, che è sempre stato un asse portante dell’economia italiana e che, adesso, si trova schiacciato da norme errate, da una applicazione delle stesse fuori controllo e da un rimpallo di responsabilità davvero inaccettabile». 

«Aspettiamo che il Governo - conclude la Uil -  trovi il modo di dare una risposta strutturale al problema al fine di sbloccare i crediti ed evitare l’esplosione di una tensione sociale inevitabile davanti a un settore fatto di imprese e lavoratori disperati. La Calabria, che ieri ha visto approdare in commissione e immediatamente rinviare una proposta finalizzata a regolamentare l’acquisizione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi, è solo una delle regioni italiane che - dopo la provincia di Treviso - si è mossa su questo percorso che potrebbe essere condivisibile se partecipato con tutti gli attori sociali interessati.  Quello che stupisce, invece, è il fatto che le organizzazioni sindacali di categoria - da sempre esplicitamente in campo per evitare pesanti ricadute occupazionali legati ad un sistema che si è inceppato bruscamente - non siano state convocate al tavolo della discussione davanti ai componenti della quarta commissione del Consiglio regionale».