In attesa della riunione del prossimo 28 gennaio, il sodalizio promotore spiega che cosa è l’Indicazione geografica protetta per una produzione identitaria dell’area grecanica e della provincia di Reggio Calabria
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La tappa che conclude la fase nazionale della procedura per l’attribuzione della tutela Igp al bergamotto di Reggio Calabria sembra a un passo. Alla fine di questo gennaio, il prossimo 28, è stata convocata dal ministero dell’Agricoltura alla Cittadella regionale di Catanzaro la Riunione di pubblico accertamento che chiude l’istruttoria italiana e che precede il passaggio del dossier in Commissione Europea. Battute finali di una querelle pluridecennale che ha visto contrapposte diverse sensibilità e interessi ma che riguarda la tutela e la valorizzazione di un agrume identitario dell’area grecanica e del Reggino, fino a qualche anno fa utilizzato prettamente nell’industria dei profumi.
Ecco i numeri del comparto di cui la Calabria è leader con il 90% della produzione mondiale: circa 1.500 ettari di territorio coltivati contro i 2.400 degli anni ‘30, distribuiti lungo la fascia costiera della provincia di Reggio; un incremento di circa il 3% nelle coltivazioni a livello regionale; circa 1.500 imprese coinvolte; una rete di produttori principalmente di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare; 45 industrie di trasformazione per l'estrazione dell'essenza e la produzione di altri derivati; 3.000 posti di lavoro complessivi. Una ricchezza: l’oro verde di Calabria, il cui olio essenziale ha una tutela Dop e un consorzio di riferimento nato nel 2004 al centro del quale opera Unionberg, circa 410 soci che detengono circa il 65% della superficie coltivata a bergamotto in tutta la Calabria.
Eppure per il Comitato Promotore dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria, composto da 500 aziende per 830 ettari coltivati, non sarebbe stato sufficiente a proteggere, promuovere e rilanciare il frutto, ma solo un suo derivato industriale, l’essenza. Spiega Rosario Previtera, agronomo e Presidente del Comitato: «Una Igp è un’indicazione di qualità legata all’area di riferimento dell’intero prodotto agrumicolo, non solo a una sua lavorazione. La Dop sull’essenza cercava di garantire uno stop alla contraffazione e al taglio dell’essenza che tutt’oggi avviene. Con la Igp tuteliamo tutto il frutto e i derivati del food. Questo consentirà ai tanti bergamotticoltori di affrancarsi dal mercato dell’essenza per la quale viene definito il prezzo annuale del bergamotto. Entrare nel mercato del fresco consentirebbe di commercializzarlo anche al triplo del prezzo finora conosciuto».
In effetti dagli anni Novanta l’agrume ha ampliato il suo mercato: oltre che nel comparto della profumeria e della cosmesi il bergamotto è entrato in quello della gastronomia, della pasticceria, della ristorazione e degli integratori, grazie alle sue proprietà antiossidanti, statinosimili e nutraceutiche, particolarmente performanti nel prodotto coltivato nella della Provincia di Reggio Calabria. «Il fattore geografico è essenziale. Il nostro obiettivo è tutelare l’area vocata e lavorare per mantenerla tale. Ad oggi abbiamo sul mercato bergamotti che arrivano da Puglia, Sicilia, Basilicata e altre zone della Calabria. Tutelarne l’origine ci consente, da una parte, di blindare il nostro bergamotto dalla concorrenza sleale e dall’immissione sul mercato di un prodotto che ha altre provenienze; dall’altra di dare una specifica connotazione, contribuendo a rafforzarne la cifra identitaria», chiarisce Previtera, aggiungendo che «il disciplinare della tutela IGP del bergamotto di Reggio Calabria prevede che tutte le fasi – dalla raccolta alla lavorazione - vengano realizzate all’interno dell’area vocata. Quasi come una DOP. Questo ci mostra che quando si parla di sviluppo locale dal basso si arriva all’obiettivo».
Una questione legata alla cosiddetta Dop economy italiana, valore oltre 20 miliardi di euro, più del 20% del fatturato agroalimentare nazionale, 200.000 operatori e 296 Consorzi di tutela che operano nel 100% delle province del Paese. Un comparto di importanza strategica su cui si innesta il nuovo Regolamento Europeo 1143/2024 sul sistema delle Indicazioni Geografiche che rafforza il ruolo dei Consorzi e individua strumenti più efficaci, anche on line, a garanzia di uno sviluppo competitivo delle produzioni di qualità. Una riforma che è agganciata al Green Deal e alle politiche europee su neutralità climatica e tutela della biodiversità. Chiosa Previtera: «in questo quadro il bergamotto si candida anche a diventare una green belt a protezione della fascia jonica reggina in via di desertificazione».
In attesa che la procedura termini, resta un dubbio: se il disciplinare dell’Igp del Bergamotto di Reggio Calabria contiene procedure simili a quelle che regolano la Dop, la decisione di procedere con il nuovo percorso di tutela potrebbe essere legata al tema della governance dei corpi intermedi che operano nel settore.