A Roma nessuno ha tradito l’ordine di scuderia, ma in Calabria la musica è diversa e lo spartito sta indirizzando il dibattito su un binario minato per il centrodestra. Basta leggere la presa di posizione di Azione, fedele al governatore Occhiuto alla Cittadella, che ha bollato tramite il generale Graziano come «un’idiozia» l’autonomia differenziata voluta «da Roberto Calderoli». Non dal Governo, pertanto, ma dal leghista Calderoli. Decine di sindaci questa mattina si sono ritrovati dinanzi alle Prefetture di tutta la regione per opporsi al ddl che ha già ottenuto nelle scorse settimane il via libera a Palazzo Madama. Quattro i senatori calabresi che hanno votato sì: Mario Occhiuto di Forza Italia, Tilde Minasi della Lega, Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani di Fratelli d’Italia.

Per dare una dimensione alla portata del sit-in, a Cosenza hanno aderito sindaci in massa tra cui Franz Caruso, che per qualche ora ha messo da parte divergenze e spaccature con l’Anci della presidente Rosaria Succurro. La sindaca forzista di San Giovanni in Fiore, in virtù della carica conferitagli dagli altri colleghi con la fascia tricolore, ha organizzato la mobilitazione una settimana fa. «Esprimiamo il nostro dissenso convinto rispetto al disegno di legge e lanciamo la manifestazione “No alla divisione dell’Italia”» aveva detto attirandosi le ire del Carroccio e di Simona Loizzo in particolare, che l’aveva invitata addirittura a pensare al tennis.

Assente il vescovo barricadero Giovanni Checchinato che però ha dato adesione e assicurato la propria partecipazione alla manifestazione di sabato prossimo. Tra i presenti anche il segretario provinciale della Cgil di Cosenza Massimiliano Ianni, i consiglieri regionali del Pd Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci e l'ex deputata Enza Bruno Bossio.

Succurro: «Ci sono stati miglioramenti ma non bastano»

La presidente Succurro arriva in piazza poco dopo le 10: «Noi siamo sindaci e io rappresento Anci, che non ha colore politico. In Calabria sono 365 e noi vogliamo certezze e garanzie. Diciamo no se non c’è adeguata copertura economica dei Lep. Siamo delle sentinelle per i nostri territori, siamo preoccupati nonostante iter preveda i Lep, ma non abbiamo certezze. Il consiglio Anci ha stilato un documento che consegneremo oggi. Non è un’azione tardiva, se l’iter andrà avanti come vogliamo noi bene, altrimenti faremo le barricate. La polemiche della Lega? Noi siamo abituati a lavorare e lo facciamo per i nostri cittadini. Abbiamo avuto interlocuzioni con i parlamentari e ci sono stati dei miglioramenti, ma non basta per la tutela delle nostre comunità».

Caruso: «Una battaglia di tutti i sindaci»

«È una battaglia di tutti i sindaci, di chi rappresenta i territori e che vuole che non vengano mortificati». A dirlo è il primo cittadino di Cosenza Franz Caruso, che prosegue: «Ci opporremo a chi vuole invece farlo. Sabato ci sarà De Caro a Cosenza e continueremo la mobilitazione. Noi non siamo contro l’autonomia differenziata, ma contro questo disegno di legge. Se tutti partissimo dallo stesso punto, con il finanziamento dei Lep, valuteremo. Servono 90 miliardi, se non ci saranno e non ci saranno, faremo le barricate come ha detto Succurro. È una battaglia comune a tutti». E aggiunge: «La presa di posizione della Chiesa è l’ultimo baluardo contro il tentativo di dividere l’Italia. Da un lato si parla di coesione nazionale per peso in Europa e poi dividiamo in venti staterelli. Pensate all’energia o ai trasporti: senza quadro organico sarebbe una sciagura».

Stasi: «Se trovano la copertura dei Lep mi tessero con Fdi»

«Come amministratori locali sappiamo già cosa significhi il gap tra nord e sud e siamo tutti preoccupati, a prescindere dal colore politico perché questa norma rischia di cristallizzare e aggravare questo gap che poi si riversa sulla carne viva delle comunità. Io cito sempre la questione dei servizi sociali e degli asili nido, dove viaggiamo già con un ritardo di vent’anni». Un gap che, sottolinea il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, rischia di aggravare la già non semplice situazione del territorio ionico. «Soprattutto – prosegue – per determinati interventi a carattere regionale. La cosa che più ci spaventa è che probabilmente in questi anni se ci sono delle istituzioni che non hanno funzionato bene, fatte le dovute e rarissime eccezioni, sono proprio le Regioni. Ci aspettavamo da questo Governo dei provvedimenti che andassero verso l’omogenizzazione dei territori e non verso la differenziazione». 

Il tema sta facendo emergere crepe anche nel centrodestra calabrese. «Tutti gli amministratori di qualsiasi colore la pensano allo stesso modo. Io sono convinto che delle profonde perplessità le abbia anche il governatore - afferma Stasi -. Chiaramente ci sono delle dinamiche interne ai partiti politici ma è evidente che questo ddl, in qualunque modo lo si presenti, danneggia il sud e in particolare regioni come la nostra». 

E sulle dichiarazioni di Occhiuto riguardo alla copertura economica dei Lep: «È il ragionamento alla base dell’emendamento di Fratelli d’Italia in Senato, se trovano 100 miliardi di euro per i Lep io mi tessero con loro».

Convintamente contro

Tra i sindaci presenti quello di Cariati Cataldo Minò, che dichiara: «Gli aspetti che non mi convincono sono tanti. Prima di poter competere, dovremmo essere messi tutti sullo stesso piano, se così non fosse ci sarebbe uno squilibrio sempre maggiore. Dobbiamo evitare che si quanto accaduto in passato si riproponga in chiave moderna. Si studiasse di qualche forma innovativa. Propongo 50 anni di zona franca».

Una battaglia comune, dunque. Lo evidenzia anche Pino Capalbo, primo cittadino di Acri: «Ci sono anche sindaci di centrodestra in piazza perché la battaglia è comune. Si tratta di un atto dovuto e ho apprezzato la presa di posizione di Rosaria Succurro, sebbene tardiva. Noi avevamo posto in più occasioni la mancata copertura finanziaria dei Lep, cosa che spacca l’Italia. Propongo che tutti i Consigli comunali deliberino contro l’autonomia differenziata subordinandoli alla copertura finanziaria. Anche in Provincia abbiamo richiesto un consiglio straordinario e spero che l’assise deliberi all’unanimità. Spero che anche in Regione si mobilitino i consiglieri. In questo momento serve unità».

Mentre la sindaca di Casali del Manco Francesca Pisani afferma: «Mi aspettavo una più ampia partecipazione. Noi siamo convintamente contro a questo ddl perché acuisce un divario già enorme. Il prefetto Ciaramella si è messa a disposizione e trasferirà al governo il documento».

Anche i sindaci reggini si mobilitano ma Falcomatà non c’è 

di Claudio Labate

Non sono numerosi, considerando i 97 comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ma i 15 sindaci che sono stati ricevuti dal prefetto Clara Vaccaro, hanno le idee chiare sui guasti che produrrebbe l'autonomia differenziata. Spicca nella delegazione entrata a Palazzo del Governo l'assenza di Giuseppe Falcomatà, ufficialmente impegnato in altre faccende già calendarizzate. Il sindaco metropolitano recentemente aveva usato parole di fuoco sul ddl Calderoli, definendolo «un nuovo fascismo» che favorisce la «secessione dei ricchi».

In piazza anche a Catanzaro contro la «riforma disastrosa»

di Luana Costa

Una delegazione di sindaci della provincia di Catanzaro ha incontrato questa mattina il prefetto consegnando il documento unitario redatto da Anci Calabria che può essere sintetizzato con un "Senza fondi, no all'autonomia differenziata". Numerose le adesioni dei primi cittadini in piazza da sinistra a destra, mettendo da parte le appartenenze politiche. 

«Qui vedo diversi sindaci con distinte tessere politiche, con diverse visioni ideologiche ma credo che tutti i sindaci siamo uniti da un unico grande obiettivo: dobbiamo difendere i territori e dobbiamo far sì che i territori da qualsiasi iniziativa ne escano rafforzati». Lo ha detto Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme, da poco ha aderito a Forza Italia.

Ma in piazza anche il primo cittadino di Catanzaro, Nicola Fiorita, strenuo oppositore della riforma. «Oggi siamo molto più forti di prima perché insieme a noi c'è Anci Calabria. Devo dire che questa manifestazione è il segno che sia pur lentamente stia maturando tra i cittadini e molte forze politiche la consapevolezza che questa è una riforma assolutamente disastrosa per il Sud e per l'intero Paese».

Il documento dei sindaci

Ed eccolo il documento firmato dalla presidente dell'Anci Rosaria Succurro e condiviso da tutti i sindaci, depositato questa mattina in Prefettura.

«L’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, alla quale aderiscono 7.134 Comuni in tutto il Paese, non ha una connotazione politica e, per sua natura, rappresenta tutti i sindaci e tutte le amministrazioni comunali.

L’Anci, dunque, non ha alcun pregiudizio nei confronti della legge sull’autonomia differenziata, che in queste settimane - dopo l’approvazione del ddl Calderoli in Consiglio dei ministri - sta affrontando il suo percorso parlamentare.

Come Anci Calabria, pertanto, non abbiamo pregiudizi, ma abbiamo invece precise convinzioni: l’autonomia differenziata non potrà esistere fintanto che non verranno garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni: i Lep, che dovranno essere finanziati non più attraverso l’iniquo criterio della spesa storica, ma, bensì, attraverso i fabbisogni standard.

Il testo della riforma approvato in prima lettura dal Senato della Repubblica è migliorato rispetto a quello entrato in Parlamento e viene sottolineato un principio cardine che condividiamo e difendiamo con forza: non potrà essere stipulata alcuna intesa con singole Regioni se prima non verranno definiti e finanziati i Lep, protagonisti dell’intesa stessa.

Per realizzare l’autonomia differenziata senza creare squilibri territoriali e senza aumentare la sperequazione tra Nord e Sud servono risorse ingenti e, soprattutto, certe.

Anci Calabria esprime preoccupazione perché il finanziamento di questa riforma, che richiederà una copertura di decine e decine di miliardi di euro, potrebbe andare a erodere alcuni capitoli della spesa pubblica già assai compulsati negli ultimi anni.

I sindaci calabresi vigileranno con estrema attenzione affinché i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale e affinché sia impedita la possibilità di fare intese - ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione - senza il preventivo finanziamento integrale di tutti i livelli essenziali delle prestazioni».