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Mangialavori chiede al governatore Oliverio “se l’amministrazione regionale intenda dare priorità nell’agenda di governo alla tutela reale degli apicoltori”. “Tale tutela concretamente – si legge nella nota diffusa da Mangialavori - andrebbe esercitata mediante un sollecito, da parte della giunta, alla parziale sospensione del decreto numero 94, emesso il 19 settembre 2014 dal presidente della giunta regionale. I fatti. Il 5 settembre 2014 è stato individuato nell'area di Gioia Tauro, il coleottero Aethina Tumida. In seguito a tale evento, il ministero della Salute ha "suggerito" alla Regione, le iniziative da adottare. E così, con decreto numero 94 del 19 settembre 2014, il presidente della giunta regionale ha prescritto una serie di misure per controllare gli allevamenti apistici. Due le disposizioni contestate dagli apicoltori, con argomentate contestazioni. La prima, prevede che in caso di rilevamento dell'Aethina Tumida si proceda alla distruzione non solo dell'arnia interessata a tale presenza, ma dell'intero apiario. La seconda, è quella che limita la capacità di movimentazione degli apicoltori e di conseguenza la loro attività. Il provvedimento regionale è stato impugnato dagli apicoltori al Tar calabrese il quale, rilevata la drasticità della misura adottata dall'amministrazione regionale ha chiesto approfondimenti a sostegno di essa al ministero della Salute. La causa è stata così rinviata al 19 febbraio 2015. I danni causati da tale situazione sono già rilevanti ed hanno duplice valenza. Innanzitutto minano la salvaguardia dell'eco-sistema.
"Le api, infatti, assolvono a una funzione fondamentale per l'impollinazione e, quindi, per la frutta, la verdura e l'erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di bestiame - si legge ancora nel comunicato di Mangialavori - In secondo luogo compromettono l'unico settore della zootecnia che non registra flessioni e anzi nel recente passato ha manifestato segnali di crescita. A tale proposito, vale la pena sottolineare che il settore dell'apicoltura calabrese coinvolge circa 450 aziende e 1.200 lavoratori (80mila gli alveari presenti in regione). Vi è poi da aggiungere che secondo gli studi della categoria, l'insetto non è dannoso per l'uomo e nei Paesi (Usa, Sud Africa, Australia, Costarica, Canada) dove vive ormai da anni è tenuto sotto controllo dagli apicoltori». «Alla luce di quanto sopra riferito - prosegue la nota - è stato chiesto alla giunta se intenda avviare un'attività politico-amministrativa finalizzata alla parziale sospensione dell'ordinanza, in via di autotutela, in attesa di una definitiva pronuncia da parte dell'autorita' giudiziaria amministrativa. La sospensione, dunque inciderebbe solo su due punti: distruzione della sola arnia dove è attestata la presenza del parassita (anziché dell'intero sistema apiario) e libertà di movimentazione degli apicoltori per svolgere a pieno regime la loro attività”.