Amnesty International denuncia il fallimento della legge Rosarno. A due anni dalla legge per la protezione dei migranti sfruttati nel settore agricolo in Italia non è cambiato nulla. Già nel 2012, Amnesty aveva evidenziato, attraverso una ricerca sulla condizione dei lavoratori migranti, come le loro paghe fossero al di sotto del salario minimo, pagamenti spesso ritardati e orari di lavoro troppo lunghi. Sempre nel 2012, per allinearsi alle direttive comunitarie l’Italia ha adottato un decreto di legge chiamato appunto legge Rosarno ma, secondo Amnesty International, questa legge “ha omesso l’attuazione di disposizioni chiave della Direttiva Sanzioni”. Inoltre, “non è riuscita a mettere in atto procedimenti efficaci tali da assicurare ai lavoratori migranti il pagamento degli arretrati da parte dei datori di lavoro”.

Sempre secondo Amnesty la Legge Rosarno non ha dato nessuna garanzia agli immigrati che volessero sporgere denuncia contro il proprio datore di lavoro. Infatti, non è stata introdotta alcuna sanzione aggiuntiva per i datori di lavori che impieghino migranti irregolari. È difficile che un lavoratore migrante conosca il nome e l’indirizzo del proprio datore di lavoro, quindi è rarissimo che un migrante vittima di sfruttamento sporga denuncia.

Secondo la ricerca, infine, l’attuazione che l’Italia ha dato alla Direttiva europea rappresenta “una grave minaccia al pieno godimento dei diritti umani da parte dei migranti che si trovano in una situazione di irregolarità”.