Hanno issato le bandiere in piazza XI Settembre, a Cosenza, su un tappeto di coriandoli lascito di un weekend che ha cominciato a vestire i colori del Carnevale in arrivo. Loro, però, non hanno niente da festeggiare. Non ancora, almeno. Non finché tutta la vicenda non si sarà conclusa nel migliore dei modi e senza lasciare indietro nessuno. Nette, in questo senso, le richieste dei sindacati che stanno seguendo da vicino la vertenza Almaviva: in ballo il futuro dei 189 lavoratori del call center di Rende impiegati sulla commessa Tim, ma non solo. Perché mentre su quel versante uno spiraglio di luce si è aperto negli ultimi giorni, rimane da stabilire il destino di un’altra trentina di persone al momento impegnate sulla commessa del 1500, il numero verde per l’emergenza Covid che, proprio per la sua natura, non dà garanzie di durata. Garanzie che invece chiedono i sindacati riguardo al futuro lavorativo di queste persone. Stamattina l’incontro con il prefetto Vittoria Ciaramella per metterlo a parte di tutta la vicenda. Presenti il segretario generale di Fistel Cisl Calabria Francesco Canino, il segretario generale di Slc Cgil Alberto Ligato e le rappresentanze sindacali di Almaviva: Mariella Filice, rsu Cisl, e Giuseppe Cestari, rsu Cgil.

Una vertenza, questa, che ha gettato all’improvviso in pasto all’incertezza 189 lavoratori, le cui vite hanno rischiato di rimanere impigliate nel tira e molla tra Almaviva e Tim ma per i quali ora pare essersi accesa una luce in fondo al tunnel. «Abbiamo chiesto un incontro al prefetto perché abbiamo vissuto qualcosa di assurdo: dalla sera alla mattina delle persone si sono ritrovate senza lavoro – spiega il segretario di Fistel Cisl Francesco Canino –. Per fortuna le cose si stanno aggiustando perché a quanto pare Tim ha trovato l’accordo con un nuovo committente che è già su Rende, Comdata, per cui il traffico verrà assegnato a questa azienda e i lavoratori passeranno, tramite le clausole sociali, con Comdata a fine mese. Ovviamente l’accordo è ancora da realizzare, noi saremo molto vigili affinché non si perdano né salari né tantomeno posti di lavoro».

E la “vigilanza” su quanto sta avvenendo e su quanto avverrà è quello che i sindacati sollecitano anche alle istituzioni. «Al prefetto chiediamo di fare da tramite con i ministeri competenti – dichiara il segretario di Slc Cgil Alberto Ligato – perché i tempi sono brevissimi visto che Almaviva ha dichiarato che lascerà la commessa dal 1° marzo e siccome il Ministero dell’Economia detiene una quota di Tim tramite Cassa Depositi e Prestiti abbiamo necessità che vigili sull’applicazione corretta e rapida della clausola sociale affinché non si perda alcun posto di lavoro». Ma accanto a questo è sorto un altro problema, quello legato alla commessa 1500. «Questa commessa a breve non ci sarà più – sottolinea Ligato – perché vive delle chiamate della pandemia e quindi ci troveremo a gestire 28 persone che non avranno una commessa né una clausola sociale a cui appigliarsi. Perciò abbiamo necessità che la Prefettura ci aiuti assieme al Ministero della Salute per trovare una soluzione per queste persone, 28 persone che vivono del loro lavoro».

La vertenza, dunque, si muove su un doppio binario. Unica è, invece, la richiesta dei sindacati: quella che nessun posto di lavoro si perda, che nessuno di questi lavoratori si senta all’improvviso franare la terra sotto ai piedi.