Sta avanzando dalla Puglia ad una velocità di due chilometri al giorno la xylella, il batterio killer che si insinua negli alberi di ulivo decretandone la morte. Un microrganismo estremamente contagioso quello che sta mettendo in ginocchio gli ulivicoltori pugliesi, portato da un albero all’altro dall’insetto della sputacchina. In Puglia la situazione è diventata ingestibile e ora il rischio è la xylella arrivi in Calabria, specie se questa, come sollecita Coldiretti, non si farà trovare pronta e non attuare un pacchetto di misure preventive.

 


Siamo stati nell’azienda agricola Garcea a Pianopoli. Qui ci sono più di dieci mila piante di olivo, curate con cura e amore. Nicola Garcea, padre del titolare Francesco, ci racconta la sua preoccupazione per quelle piante che «conosco una ad una, le allevo come se fossero mie figlie».

 

Ma il rischio che la xylella arrivi in Calabria è concreto, dopo avere preso piede in Puglia ora si sta dirigendo verso la nostra regione. Una regione che deve molto della sua ricchezza proprio all’olivicoltura ma che se non si farà trovare preparata andrà incontro alla morte certa di migliaia di alberi.


Coldiretti Calabria chiede che si agisca per tempo strutturando un’adeguata strategia di prevenzione, magari tramite l’istituzione di un Osservatorio operativo permanente e un monitoraggio attento attuato coinvolgendo Università, Carabinieri Forestali, Centro di ricerca per l'olivicoltura e l'industria olearia, Istituto Fitopatologico, Arsac, Associazioni dei Produttori, Tecnici.


«Non bisogna – afferma il presidente di Coldiretti Calabria Aceto – commettere gli errori, avere incertezze e fare lo scaricabarile che dall’autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli ha fatto estendere la malattia senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio che ha avuto effetti disastrosi sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione».


«Ricordiamo che oltre ai produttori sono interessati anche frantoiani e vivaisti. La Xylella fastidiosa - spiega Coldiretti - è un batterio che non produce spore e non si diffonde nell’ambiente in maniera autonoma né per contatto, né per diffusione aerea, ma esclusivamente tramite insetti vettori e materiale di propagazione, quindi le uniche modalità di diffusione del batterio sono l'utilizzo di materiale di propagazione infetto e la trasmissione attraverso insetti vettori, che nutrendosi della linfa di piante infette acquisiscono il batterio e lo trasmettono ad altre piante».


«Occorre – conclude - in questo frangente, oltre ad essere attenti al materiale di propagazione, fare attenzione alle lavorazioni, concimazioni, potatura e interventi fitosanitari. La Coldiretti ricorda che la Calabria dopo la Puglia è la seconda regione italiana (la terza in Europa) produttrice di olio con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari e 215milioni di piante, una produzione media annuale di olio in di circa 260mila tonnellate con quasi il 50biologico biologico e un impiego di manodopera di 15milioni di giornate lavorative».