Il Vinitaly edizione 2024 ha dedicato un apposito stand anche agli amanti delle birre: “Excellent Beers”. Un viaggio affascinante fra specialità agricole e artigianali, tra malti, luppoli, tecniche di birrificazione, proposte tradizionali, a vocazione anche identitaria, o più innovative e finanche al limite dell’azzardo. Ma la birra, come il vino, è sempre di più legata ai concetti di territorio, di agricoltura, di formule e ricette sperimentate di continuo da valenti mastri birrai, di attentissima e articolata selezione di cereali, malti e luppoli.

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Si va dalle birre bionde, alle scure, alle rosse, a quelle senza alcool, alle weizen (con prevalente frumento nel malto) o blanche (bianche, più comuni in Belgio e Olanda), alle Pilsner (molto luppolate e con retrogusto amarognolo, nate nella Repubblica Ceca), stile American pale ale (dette anche Apa, prodotte con lieviti ad alta fermentazione), Stout (birre di colore marrone scuro, con sentori di caffè, cacao, liquirizia), Lager (a bassa fermentazione, di origine tedesca), alle filtrate o non filtrate, alle crude, alle pastorizzate. Tanti gusti diversi, una miriade di sfumature, di sapori, di aromi, di suggestioni. La birra attrae generazioni di ogni età, dai giovani agli adulti. La birra è diventata sempre di più una cultura e, come già accade per il vino, una messaggera dei territori di riferimento.