VIDEO E FOTO | I manifestanti hanno stilato un documento con 12 punti. Tra i presenti anche cittadini che hanno portato da mangiare e da bere: «Lottiamo anche per loro perché hanno diritto ad avere sulle tavole prodotti di qualità»
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Siamo al quinto giorno di protesta nel presidio fisso sulla Nomentana 1111. Gli agricoltori sono stanchi ma più motivati che mai, decisi a portare avanti la battaglia finché non si otterranno i risultati sperati. Da poche ore una delegazione dei rappresentanti degli imprenditori è stata convocata per parlare con il ministro.
L’aria che si respira è di attesa ma di soddisfazione per essere riusciti ad ottenere questo colloquio in quanto uomini che rappresentano sé stessi senza sigle e sindacati di mezzo. Come detto da Elia Fornai, uno dei portavoce di “Riscatto Agricolo” la protesta non finirà finché non si otterranno i risultati. Il presidio sembra destinato ad essere, almeno per le prossime settimane, permanente. Si è da poco tenuto un incontro con gli oltre mille agricoltori su quanto sta accadendo e sui punti affrontati e portati alla visione del governo.
Il numero degli aderenti aumenta di ora in ora, coloro che presidiavano altri luoghi stanno convogliando in questo che è il più grande presidio bella periferia romana.
Tra i presenti almeno un centinaio di cittadini che hanno portato per gli agricoltori viveri, dolci e bevande, senza contare l’accoglienza di questi uomini e donne venuti da ogni dove di Italia per difendere i propri diritti e che da buoni rappresentanti di categoria coinvolgono con grande ospitalità e umanità, offrendo a tutti i presenti prodotti di grande qualità, ottenuti con grande fatica e sudore. Quelli per i quali si stanno battendo anche per gli italiani tutti.
La delegazione degli agricoltori ha portato un documento con 12 punti alla visione del ministro, che sono stati modificati nel corso di questi giorni, in base alle necessità di tutti i convenuti dalle diverse regioni. Uniti si arriva lontano: questo è lo slogan che gira tra le tende.
Non sono mancati elementi facinorosi che hanno cercato di destabilizzare la serenità e l’equilibrio che si era creato fino ad oggi. Ma l’unione di intenti di questi uomini, provenienti da tutta Italia e che sono giunti fin qui anche dopo 15 ore di trattore, hanno sedato immediatamente gli animi.
«Siamo qui per ottenere dei risultati e non per fare le rivolte armate. Non vogliamo essere politicizzati e ci teniamo a lottare anche per i cittadini, che meritano di avere sulle tavole prodotti di qualità».
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Il terreno dove è ospitato il presidio è stato messo a disposizione da un privato, dove continuano ad arrivare trattori e agricoltori. È in atto una battaglia senza armi, condivisa anche grazie alle modalità scelte dagli agricoltori, non solo dalle categorie interessate che chiedono regole e condizioni uguali per tutti, ma condivisa anche dai cittadini che stanno supportando con grande affetto.
Quella parte bella dell'Italia che invece di lamentarsi e piangersi addosso è scesa in campo con tutte le difficoltà del caso. Aziende che rischiano la chiusura o che lottano per farci avere i prodotti di qualità di sempre e attorno alle quali gravitano centinaia di migliaia di altre famiglie che da generazioni hanno vissuto di questo e che ci hanno dato le eccellenze da mettere in tavola che tutti ci invidiano.