La cassa integrazione dei lavoratori aeroportuali dei tre scali calabresi spacca il fronte sindacale. Dopo settimane di tira e molla, mancati accordi e stilettate a colpi di comunicati stampa sembrava che si fossi giunti ad un accordo ma in una nota unitaria le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl-Ta puntano il dito contro la Uil Trasporti accusandola di avere «rotto l'unità sindacale, anche negli aeroporti calabresi, e firmato un pessimo accordo che toglie il diritto all'anticipo della cassa integrazione». E' quanto sostengono, in una nota, le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl-Ta secondo le quali la Uil avrebbe sconfessato una precedente intesa tra le rappresentanze dei lavoratori.

 

«Si potrà pensare – spiega una nota - che la Sacal sia venuta a più miti consigli ed abbia acconsentito, come hanno fatto le altre società di gestione aeroportuali italiane, ad anticipare la cassa integrazione ai lavoratori che, per altro, era l'unica richiesta del sindacato? Niente affatto. Tutto è rimasto come prima. La Sacal non anticipa la cassa integrazione anzi, e chissà come, è riuscita a convincere la Uiltrasporti Calabria spaccando così il fronte sindacale».

 


«Non c'è ombra di dubbio, la Sacal, Confindustria e la giunta regionale - si sottolinea nella nota sindacale - hanno ottenuto ciò che volevano relegando però i lavoratori aeroportuali calabresi ai margini del sistema nazionale, privandoli dei diritti che invece hanno tutti gli altri lavoratori aeroportuali italiani e creando un precedente pericoloso. La Uiltrasporti ha dichiarato di avere firmato per 'responsabilità' e “per tutelare i lavoratori, futuro dei tre scali aeroportuali e un ipotetico rilancio del sistema aeroportuale calabrese”. Ma quali piani segreti per lo sviluppo dei tre scali conosce la Uilt? Attendiamo che li faccia conoscere a noi, ai lavoratori e ai calabresi».

 


«Ci saremmo, invece, aspettati dalla Sacal – affermano ancora Cgil, Cisl e Ugl - un atteggiamento simile a quello delle altre società di gestione aeroportuali, ma evidentemente non ha ancora maturato quella consapevolezza imprenditoriale che si deve avere nelle grandi emergenze e, probabilmente, ha giocato un ruolo importante la vicina scadenza di mandato del presidente De Felice e la scadenza di contratto del direttore generale Farabbi».

 

«Noi invece questa responsabilità di derogare a principi fondamentali sempre alla base dell'agire del sindacato confederale italiano non ce l'assumiamo e non abbiamo sottoscritto l'accordo perché riteniamo che i lavoratori che operano in Calabria non devono essere costretti in nuove 'gabbie salariali' ma  - concludeono - devono avere gli stessi diritti e le stesse garanzie di quelli che lavorano negli aeroporti di Roma, Milano, Catania, Bari, Napoli, Torino, Firenze, Verona, Bologna, Genova, Venezia, e via dicendo».