Il ritorno in autunno del volo per Roma Fiumicino al mattino presto con rientro la sera e, solo qualche settimana prima, la cancellazione dei voli per Milano, adesso ripristinati, sono lo specchio di una programmazione, ancora scarna e pure a intermittenza, che ormai sta scandendo la vita dell’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria. Al di là di facili entusiasmi ai quali non corrisponde alcuna progettualità a lungo termine, la situazione dello scalo resta precaria e ancora lontana dall'essere al centro di concrete politiche di rilancio e sviluppo turistico.

La richiesta di incontro con Enac

Un quadro che non sfugge a Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria. Mentre non si hanno notizie dell’incontro sollecitato dal sindaco facente funzioni del comune reggino, Paolo Brunetti all’amministratore di Sacal, Marco Franchini, il sindaco facente funzione di Metrocity, Carmelo Versace, ha già inviato al presidente di Enac, Pierluigi Di Palma, una missiva in cui ha sottoposto alla attenzione del numero uno dell’Ente nazionale aviazione civile la situazione desolante dello scalo reggino chiedendo un incontro. La stessa missiva pone quale oggetto di interlocuzione le soluzioni estreme - sub concessione di Sacal o altra formula giuridica per una gestione autonoma dello scalo Reggino o revoca della concessione a Sacal da parte di Enac, per gravi inadempimenti contrattuali - individuate dalla task force del comune di Reggio Calabria, coordinata da Salvatore Chindemi.

Nella missiva si rimarca lo sguardo all’utenza messinese e siciliana come risorsa per lavorare ad una nuova e autonoma gestione dell’aeroporto, invocando «un’offerta volativa degna del potenziale bacino di 1 milione di cittadini. (…) La Città Metropolitana (…) sin da ora, si dichiara pronta - si legge nella missiva - a ricercare partner istituzionali intenzionati a costituire una nuova società di gestione che dica addio alle malversazioni dei decenni passati e che punti seriamente allo sviluppo del Tito Minniti, del territorio metropolitano di Reggio Calabria e di tutta l‘area dello Stretto, anche in considerazione della prossima costituzione, insieme alle Regioni Calabria e Sicilia e alla Città Metropolitana di Messina, di un‘Autorità per l‘Area Integrata dello Stretto».

Voli che tornano e altri che scompaiono

In autunno si potrà, dunque, volare con Ita Airways da e verso Roma anche in giornata dallo scalo Tito Minniti di Reggio Calabria. Un passo in avanti mentre se ne stava per compiere uno indietro con la cancellazione dei voli Ita per Milano Linate dalla fine di ottobre, come denunciato dal comitato “Difendiamo l’aeroporto dello Stretto: da Milano” composto da calabresi accortisi della brutta novità nel tentativo di prenotare un volo per tornare casa per le feste. Pure considerando il ritorno del volo da e verso la Capitale una buona notizia, essa resta un primo passo verso la ripresa di uno scalo privato, anche in questa estate post pandemia, di una programmazione articolata e di rotte all'altezza della sua posizione strategica e del suo potenziale. Ciò nonostante le promesse e i proclami.

Le questioni ancora irrisolte

La situazione dei voli resta dunque altalenante e assolutamente precaria come rimangono tanti i nodi ancora da sciogliere: i progetti di ammodernamento, alcuni dei quali ritenuti di utilità discutibile, finanziati con 25 milioni di euro, ma di cui ancora non vi è traccia; le restrizioni che impongono un addestramento dei piloti per atterrare a Reggio della cui rimozione si parla (e basta) da tempo; l’assenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria nella compagine societaria di Sacal dove invece Catanzaro, Lamezia Terme e Cosenza sono rappresentate. Assenza che potrebbe fare il paio con una politica di gestione degli scali calabresi che non valorizza in modo coerente e omogeneo tutti e tre gli scali in capo a Sacal già dal 2017.
Il volo di andata e ritorno verso Roma, che si è rischiato di pagare con la cancellazione dei voli meneghini, non può e non deve bastare per tirare un sospiro di sollievo per lo scalo reggino. Servono risposte chiare e concrete da Sacal e da Enac, rispetto alle questioni davvero decisive per una offerta volativa competitiva e che restano ancora aperte e irrisolte.