In una missiva inviata a mezzo pec, il sindaco della Città metropolitana propone la sottoscrizione di quote per due milioni di euro e sollecita trasparenza sulle intenzioni relative allo scalo dello Stretto
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Il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha nuovamente chiesto a Sacal, questa volta con missiva inviata a mezzo pec, di entrare nella compagine societaria. Nella missiva si propone la sottoscrizione di quote per 2 milioni di euro, il 20% dell'aumento di capitale deliberato dalla stessa società nel corso dell'ultima assemblea dei soci. La proposta segue numerose altre interlocuzioni informali e atti consiliari nei quali sono state già cristallizzate tali volontà e capacità finanziaria, rese note anche in occasione delle riunioni della task force comunale.
Valutazioni opportune e doverose dovrebbero essere compiute dall'ente, in vista della volontà di determinarsi sull’applicazione dell’avanzo libero di amministrazione, in sede di consiglio metropolitano. Pertanto torna a porsi la questione della "segretezza" del piano industriale già approvato da Sacal.
«Chiaramente - si legge in una nota che riferisce di questa missiva del sindaco Falcomatà a Sacal - come più volte dichiarato, l’acquisto delle quote non può che essere subordinato alla conoscenza delle condizioni finanziarie e del piano industriale di codesta società, non per mero capriccio, ma per capire se Sacal S.p.a. ha veramente intenzione di sviluppare l’aeroporto dello Stretto e come, ma anche per l’esigenza, dettata dalle leggi in materia, di motivare gli atti amministrativi di acquisto di nuove partecipazioni societarie».
Da palazzo Corrado Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dunque, giunge a Sacal un invito esplicito a manifestare apertamente le intenzioni sul punto, annunciando il perseguimento di «ogni possibile strada per il conseguimento dell’interesse dello sviluppo dell’aeroporto “Tito Minniti” ed in generale del circuito delle infrastrutture trasportistiche nell'area metropolitana di Reggio Calabria e dello Stretto», nel caso in cui la trasparenza e la chiarezza invocate non fossero garantite.