Non c’erano gli ultimi lavoratori crotonesi ancora senza futuro davanti alla Cittadella regionale di Catanzaro: la protesta dei 92 precari crotonesi di Abramo Customer Care è stata annullata al termine di una infuocata assemblea nella città di Pitagora. I sindacati hanno deciso di recarsi ugualmente sul posto ma solo per partecipare alla diretta del tg di LaC dove hanno rimarcato la fiducia nelle rassicurazioni del presidente Occhiuto.

Abramo Customer Care, le confederazioni sindacali si dicono fiduciose ma sollecitano la convocazione della Regione Calabria sul destino degli ultimi precari.

Silenzio da dicembre

«Le ultime interlocuzioni sono proprio quelle dell’incontro che abbiamo avuto al Ministero in dicembre – afferma Alberto Ligato, segretario regionale della Flc Cgil – incontro in cui abbiamo sottoscritto l'accordo per il passaggio dei mille lavoratori circa da Abramo a Connexa e in cui abbiamo inserito un impegno affinché si trovasse una strada per garantire anche la continuità occupazionale a questi 92 lavoratori co.co.co. Nessun altro contatto, motivo per il quale infatti abbiamo richiesto insieme alle confederazioni regionali Cgil, Cisl e Uil un incontro al presidente Occhiuto proprio per discutere di questo».

Trovare l’azienda giusta

La soluzione non è semplice, anche perché le aziende non riescono subito a rendere produttive queste unità lavorative ed anche la Regione stessa non è pronta ad affidare loro il comparto della sanità digitale indicato come ricollocazione naturale.

«Chiaramente – afferma di rimando Danilo Sivori della segreteria regionale Uilcom – la Regione avrà un compito importantissimo in questa vicenda perché quello che manca a questi lavoratori è appunto l'attività sulla quale dovranno essere ricollocati. Dopodiché, come è avvenuto per gli altri quasi mille interessati a questa vertenza, ci siederemo al tavolo con l'azienda individuata e definiremo le condizioni contrattuali, il tipo di attività che questi lavoratori dovranno svolgere in futuro. Siamo fiduciosi sul fatto che si possano trovare comunque attività sulle quali poterli ricollocare».