Nuova manifestazione giovedì: i lavoratori raggiungeranno con un corteo di auto, intasando così la Ss 106 e la 280 dei Due Mari, la sede Tim di Catanzaro per chiedere la proroga delle commesse. Sulla vicenda intervengono anche Sbarra (Cisl) e Landini (Cgil)
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Le segreterie sindacali del comparto comunicazione Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Telecomunicazioni hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente della Abramo Customer Care, informando contestualmente di aver programmato una giornata di sciopero articolata lungo l’intero orario dei turni lavorativi per il prossimo 6 giugno. La decisione è maturata in attesa che Tim sciolga la riserva in merito al rinnovo delle commesse a partire dal prossimo primo luglio. Qualora il colosso delle telecomunicazioni non dovesse incrementare o almeno confermare i volumi gestiti dagli operatori della Abramo, l’azienda che in Calabria ha sede a Montalto Uffugo, Catanzaro e Crotone, collocherà i circa mille dipendenti in cassa integrazione a zero ore. Di fatto l’anticamera del licenziamento.
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Le offerte di acquisto di una Newco
Si alza dunque il livello della protesta in attesa della convocazione del tavolo ministeriale aperto nel dicastero dell’Economia, in merito all’interesse avanzato da una Newco, recentemente costituita da Steel Telecom e Fondo Enosi, che ha avanzato due offerte di acquisto di uno o più rami d’azienda dell’Abramo, in relazione alle scelte che saranno adottate dal committente Tim. In particolare la prima offerta vincolante prevede, in assenza di rinnovi contrattuali con Tim dopo il 30 giugno, l’acquisizione delle attività di Mics e Teledico, con l’assorbimento di circa 390 lavoratori impiegati nel Catanese, oltre al Front End Business con 104 dipendenti e 130 collaborazioni. La seconda offerta è legata al rinnovo per almeno due anni delle tre commesse Back Office Consumer, Back Office Business e Back Office Archiviazione gestite da Abramo, con l’assorbimento di circa 160 lavoratori.
No a proposte spezzatino
Entrambe le proposte, secondo i sindacati, sono irricevibili poiché comporterebbero una frammentazione tale da creare prospettive disuguali per i lavoratori. L’auspicio invece è quello di trovare una soluzione organica in cui ricomprendere l’intero perimetro dei dipendenti di Abramo. La protesta del 6 giugno si svolgerà in modo singolare: i lavoratori raggiungeranno con un corteo di auto, intasando in particolare la Statale 106 e la Statale 280, la sede Tim di Catanzaro dove poi manifesteranno in sit-in. Peraltro sta per giungere a termine anche l'amministrazione straordinaria, che si concluderà l'8 agosto. Un limite oltre il quale si aprirà la strada del fallimento.
Le parole dei leader nazionali
Sulla vertenza Abramo si registra una dichiarazione del segretario generale della Cisl, il calabrese Luigi Sbarra: «La preoccupazione è tanta e la rassegnazione cresce sempre più per tutte le professionalità che hanno da sempre dimostrato abnegazione e impegno, in quanto la scadenza delle commesse del 30 giugno, è ormai vicina» ha affermato.
«Non possiamo permettere che migliaia di posti di lavoro si perdano in un territorio complicato e con uno dei più alti tassi di disoccupazione – ha aggiunto – È urgente che tutti i soggetti che hanno responsabilità sulla vertenza, a cominciare da Tim, si attivino per scongiurare il fermo dell’attività assicurando la continuità produttiva e della occupazione. È necessario con celerità trovare la soluzione per affrontare l’immediato, attuando le proroghe delle commesse, e allo stesso tempo creare i presupposti per realizzare il progetto ambizioso che la Regione Calabria ha proposto relativo alla digitalizzazione e dematerializzazione della pubblica amministrazione. Chiediamo con urgenza al ministero delle Imprese e del Made in Italy un tavolo specifico con le parti sociali alla presenza dei vertici di Tim e del presidente Roberto Occhiuto».
Secondo Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Riccardo Saccone, neoletto segretario generale della Slc Cgil, «la convocazione del tavolo di crisi al Mimit non è più rinviabile, oltre mille lavoratrici e lavoratori tra Calabria e Sicilia vivono momenti di grande preoccupazione per le proprie prospettive occupazionali. Quanto circolato nei mesi scorsi, come ipotesi di soluzione promossa da istituzioni governative e locali, non ha trovato gli opportuni riscontri negli emendamenti promossi dal governo in relazione all'utilizzo di risorse del Pnrr in ambito digitalizzazione. Il prossimo agosto è previsto il termine dell'amministrazione straordinaria e le proposte di soluzioni che stanno emergendo nel corso degli ultimi giorni, offrono risposte parziali e insufficienti. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – hanno concluso Landini e Saccone - convochi urgentemente le organizzazioni sindacali e avvii un confronto vero, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, dei soggetti interessati a rilevare parti di azienda e la committenza. La soluzione della vertenza Abramo Customer Care non può prevedere che la piena salvaguardia occupazionale, garantendo continuità alle mille lavoratrici e lavoratori coinvolti».