VIDEO | Il presidente dell'Ente spiega la complessa operazione di Swap risalente al 2007 annullata in autotutela a causa della valanga di interessi che ha generato. Oggi l'Amministrazione ha entrate per 30 milioni di euro e uscite per 42
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«Oggi la Provincia ha entrate per 30 milioni e uscite per 42. Dodici milioni sono riconducibili solo ai mutui, ecco perchè la situazione dell'ente non è florida». Sergio Abramo non è amministratore abituato ad usare giri di parole e neppure nel racconto dell'annunciato dissesto della Provincia di Catanzaro ha usato mezzi termini. Già da mesi ha reso pubbliche le cifre del disastro finanziario e a questo puzzle appena qualche giorno fa ha aggiunto anche l'ultimo tassello: l'operazione di finanziamento avviata nel 2007 e che grava sulle casse dell'ente intermedio attraverso la restituzione di somme ingenti fino al 2035.
541 mutui
«È una storia che parte da lontano - conferma a LaC News24 il presidente della Provincia -. Già quando si è insediato il nuovo dirigente del settore Finanziario abbiamo registrato una serie di squilibri sui flussi di cassa, con difficoltà a liquidare anche gli stipendi ai dipendenti e i fornitori. Così ho chiesto una relazione dettagliata ed è stato realizzato uno studio approfondito». Da qui saltano fuori i mutui - ben 541 - contratti nel 2007 dalla Provincia «nelle intenzioni del Consiglio Provinciale, le operazioni di swap avrebbero dovuto assolvere alla finalità di riduzione complessiva del costo dell’indebitamento dell’ente, attraverso modalità tali da consentire di beneficiare di una riduzione dei tassi, considerando il portafoglio composto prevalentemente da mutui a tasso fisso».
L'operazione di Swap
È quel che si legge nella più recente determina, vergata non più di qualche giorno fa, con la quale la Provincia annulla in autotutela quella del 2007: «Quella determina è corretta dal punto di vista amministrativo - concede Sergio Abramo - ma ci siamo resi conto che il precedente dirigente è stato indotto in errore, il quale ha firmato un contratto che penalizza fortemente la Provincia. Gli swap - aggiunge ancora - servivano a diminuire l'indebitamento dell'ente che aveva contratto mutui per un valore di 216 milioni di euro attraverso il meccanismo del differenziale degli interessi».
Il denaro usato come finanziamento
«Così però non è stato perchè sono stati utilizzati come quota capitale circa 48 milioni di euro, su questa somma abbiamo già pagato 11 milioni di interessi e ne pagheremo altri 14 fino al 2035». Nella determina di annullamento in autotutela si esamina in dettaglio l'andamento dei flussi. A partire dal secondo semestre 2016 si riscontrano i seguenti flussi negativi di cassa:
- - 831.155 per il secondo semestre 2016;
- - 2.283.348 per l’anno 2017;
- - 2.348.549 per l’anno 2018;
- - 2.700.005,66 per l’anno 2019;
- - 3.041.269 per l’anno 2020;
- - 3.436.621 per l’anno 2021.
Flussi positivi
E sulla base di questo andamento si affida un incarico ad una società di consulenza esterna che ha consentito di chiarire che «la Provincia ha incassato un flusso di capitale positivo fino al 31 dicembre 2016, incamerando quote superiori a quelle versate per un totale di 48.523.994 euro, somma che poi dovrebbe essere restituita dall’ente alle banche a partire dal 30 giugno 2017 fino alla scadenza dei contratti, stabilita al 2035.
Il finanziamento implicito
Ma per effetto dello scambio di quote di capitale, i tassi d’interessi scambiati nella parte del contratto relativa allo swap di tasso d’interesse non vengono applicati sullo stesso nozionale e, in particolare, la Provincia incassa interessi calcolati su un nozionale equivalente al debito sottostante dei derivati e paga interessi calcolati sulla base di un nuovo nozionale, che presenta valori più alti in tutti i semestri. Tale disallineamento tra i nozionali, su cui vengono applicati gli interessi nell’ambito dell’operazione, sono definiti “finanziamento implicito”, costituisce il costo effettivo del finanziamento dell’operazione, che dà luogo ad un debito implicito, il cui valore degli interessi oscilla da un minimo di 34.980.889 euro ad un massimo di euro 51.165.800, sulla base dell’indice Euribor 6 mesi».
I 50 milioni di euro
Insomma, secondo la ricostruzione l’operazione ha una prevalente finalità di finanziamento rispetto a quella di gestione attiva del debito, una circostanza confermata anche dal presidente della Provincia: «La legge prevede che i derivati possano essere utilizzati per ridurre il tasso degli interessi. Invece di coprire il tasso degli interessi - che anche all'epoca era abbastanza alto - sono stati utilizzati come capitale: quasi 50 milioni di euro che si sono aggiunti a 216 milioni» e che l'ente è oggi chiamato a restituire con i relativi tassi di interesse.
Battaglia legale
Sergio Abramo annulla tutto in autotutela e nella determina punta il dito contro le banche che avrebbero omesso - nella stesura dei contratti - informazioni che al contrario avrebbero consentito di comprendere la reale portata dell'operazione. E si prepara ad una più che certa guerra legale: «Sicuramente saremo chiamati in causa delle banche che sono inglesi ma la giurisdizione è italiana perchè dovranno opporsi al Tar e al Consiglio di Stato». Sgombra inoltre il campo da accuse politiche (all'epoca presidente della Provincia era Michele Traversa): «Non c'è una accusa contro la politica né contro i dirigenti. Credo che ci siano stati errori macroscopici nella stesura di questi contratti».