Scoprì di essere affetto da adrenoleucodistrofia all'età di otto anni: da quel momento per lui e la sua famiglia ebbe inizio un lungo e doloroso calvario che alla fine si è trasformato in un potente inno alla vita. La sua storia raccontata da Francesca Lagatta
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Un amore, quello tra madre e figlio, che ha sfidato il tempo e la malattia, diventando un potente inno alla vita. È ciò che narra il libro "Vite di Cristallo. La storia di forza e coraggio di Anna e di suo figlio Emanuele, affetto da adrenoleucodistrofia" (Rubbettino Editore), scritto dalla giornalista di LaC News24 e Cosenza Channel Francesca Lagatta. La presentazione dell'opera si terrà sabato 21 ottobre a Scalea, la città in cui Emanuele è nato e vissuto fino alla sua morte, sopraggiunta poche settimane fa.
L'evento sarà ospitato nella sala consiliare del Comune e avrà inizio alle 18:30. Oltra all'autrice, saranno presenti Anna Cervati, madre di Emanuele, il sindaco Giacomo Perrotta, la vicesindaca Annalisa Alfano e la dirigente medico dell'Asp di Cosenza Clelia Rita Randisi.
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Una storia che emoziona
Dalla quarta di copertina: "Anna Cervati è una donna fragile nel corpo e forte nell’anima. Combatte per tutta la vita contro il destino avverso. Dapprima ha un’infanzia drammatica, segnata dal rapporto freddo e distaccato con la madre, poi vive un’adolescenza turbolenta a causa di un amore costellato di delusioni e tradimenti. Quando poi, finalmente, sposa l’uomo della sua vita, ancora giovanissima, rinunciando anche al sogno di diventare una modella, spera di poter vivere quella felicità inseguita da tempo e mai assaporata. Crede di averla raggiunta quando diventa madre di due bambini, voluti con tutte le sue forze. Il suo tempo scorre sereno in un piccolo paesino della provincia cosentina, mentre il chiasso dei pargoli che giocano nel salotto di casa riempie le sue vene di gioia. Fino a quando, un giorno, il primogenito sembra andare in trance per qualche secondo. Anna non lo sa, ma quello è il punto preciso in cui andrà all’inferno con un biglietto di sola andata. Emanuele, questo è il suo nome, si scopre malato di adrenoleucodistrofia e i sedici, quando ha solo 8 anni, dicono ai suoi genitori che vivrà ancora per poco, tra atroci sofferenze. Ma Anna si oppone alla diagnosi con tutta la rabbia che ha in corpo. Da quel momento in poi spenderà ogni secondo della sua esistenza per strappare il figlio dalle grinfie della morte. Il loro diventerà un legame unico, simbiotico, che anima le pagine di questo libro e trascina i lettori nel loro mondo, intriso di solitudine, dolore, ma anche di amore sconfinato, che disintegra i muri del tempo e dello spazio. Vite di cristallo è un potente inno alla vita".