I vigili del fuoco, ambasciatori di buona volontà  dell’Unicef, sono stati i protagonisti di una commovente serata  nel Teatro Sociale Città Alta Bergamo in cui la Banda musicale del corpo nazionale dei vigili del fuoco, diretta dal maestro Di Martile, ha  parlato il linguaggio universale della solidarietà e della vicinanza.

«La Babele delle diverse einenarrabili sofferenze provocate dal Covid-19 - si legge in una nota di Michele Di Bari, capo dipartimento del Ministero dell'Interno - si è trasformata in una “pentecoste laica”- significativa espressione di Ivano Dionigi - in cui il  dolore innocente disseminato in vasti territori ha assunto le sembianze di un miracolo traduttivo capace di unire le dimensioni del passato , del presente e del futuro  per rialzarsi presto.

In questa prospettiva, il concerto voluto dai vigili del fuoco e dall’Unicef  “Uniti, per non dimenticare”  ha coniugato un percorso della memoria carico di speranza.

Messaggi che tutti i rappresentanti istituzionali intervenuti hanno evidenziato , esaltando il valore dello stare insieme per una fruttuosa collaborazione.

Non sono mancati i toccanti e tragici momenti vissuti dalla città di Bergamo ricordati   dal sindaco Gori, dall’assessore regionale Terzi e dal presidente della provincia Gafforelli come pure le iniziative narrate dalla presidente provinciale dell’Unicef.

La sofferenza non ha piegato , né indebolito la comunità che con dignità ha ripreso il cammino, facendo leva su valori che il tempo ha irrobustito per affrontare le sfide più ardue.

E la pandemia sarà certamente sconfitta dalla scienza con le cure più appropriate , ma soprattutto dalla forza con cui la comunità saprà risollevarsi, ponendo nell’agenda delle proprie priorità la tutela della salute .

Dunque una manifestazione che ha congiunto idealmente lo spirito del corpo dei vigili del fuoco descritto dal comandante Fabio Dattilo con le finalità  dell’Unicef, i cui sforzi anche durante il periodo più acuto del coronavirus sono stati esaltati dal presidente nazionale Francesco Samengo.

 

Una serata nel segno della buona musica che ha saputo non soltanto raccontare un pezzo di storia vissuto pericolosamente, ma anche tracciare un orizzonte lontano per intercettare i bisogni di una comunità forse ancora frastornata .

Allora la memoria non è la sommatoria di accadimenti negativi quanto il filo conduttore che tiene insieme quel legame per non dimenticare , costruendo solide basi  per il futuro; in sintesi la speranza che diventa capacità di vivere il presente senza essere travolti o risucchiati dal passato.

 

E tutto ciò come affermato  dal sottosegretario Carlo Sibilia, in rappresentanza del ministro Lamorgese , esige unità di intenti tra i diversi livelli istituzionali».