VIDEO | Lo scopritore della laminetta orfica ha ricevuto, dalle mani del sindaco Maria Limardo, la pergamena che gli conferisce l'importante riconoscimento
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Le sorti di Ermanno Arslan, storico, numismatico e archeologo veronese, sono intimamente legate a quelle della città di Vibo: dopo Paolo Orsi, di fatto, viene infatti universalmente considerato il padre spirituale dell'archeologia cittadina. I suoi scavi, per ampiezza, rigore, metodo e risultati, sono secondi solo a quelli del grande roveretano. La sua scoperta più nota è la laminetta orfica, reperto celeberrimo accompagnato da corposissima bibliografia, ha definitivamente restituito alla città il ruolo che gli spetta, nel palcoscenico della grande archeologia. E per tutti questi motivi, il 16 ottobre, gli è stata conferita la cittadinanza onoraria in un consiglio comunale partecipato e a tratti commosso, macchiato solo dalla clamorosa assenza degli esponenti della minoranza.
Il festival, il comitato, l'archeologo
A far da cornice al conferimento, il Festival letterario leggere e scrivere Vibo Valentia, il cui direttore artistico Gilberto Floriani è stato tra i più attivi promotori dell'evento. Il vero deus ex machina, tuttavia, va rintracciato nel comitato civico sorto quest’anno per celebrare il 50nnale del Museo archeologico nazionale Vito Capialbi, condiretto da Floriani e dall’archeologa Maria D’Andrea, che per mesi hanno tessuto la rete di relazioni tra amministrazione comunale e accademia, culminata nella cerimonia del 16 ottobre.
La laminetta? Uno dei mille tesori di Vibo
Interpellato nel merito del suo trascorso vibonese, a pochi minuti dall’inizio del consiglio comunale straordinario, il prof. Arslan ha dichiarato: «La laminetta orfica non è stata la scoperta più importante tra quelle verificatesi a Vibo Valentia. Nel corso delle mie campagne di scavo sono state rinvenute testimonianze straordinarie del ruolo della città nella mappa degli spostamenti micenei. Il luogo di rinvenimento della laminetta conta oltre 400 tombe, e costituisce una delle necropoli più grandi del Tirreno inferiore. Vi abbiamo trovato reperti straordinari, tra quali una spada risalente al XII secolo avanti Cristo: tesori che devono servire per inquadrare la straordinaria ricchezza e l'unicità delle origini vibonesi».
Una comunità che si arricchisce
«Ritengo doveroso ringraziare Gilberto Floriani e Maria D'Andrea in qualità di promotori di questa onorificenza - ha dichiarato dal canto suo il sindaco Maria Limardo -. Una cittadinanza onoraria, se da un lato costituisce un riconoscimento per chi la riceve, dall’altro arricchisce la comunità che accoglie il beneficiario. In tal caso, la comunità vibonese è destinata a ricevere grandi benefici, prestigio e fama, accogliendo al suo interno una simile personalità, che con i suoi studi ha dato fama e valore alla città, alla sua storia, al suo patrimonio». Infine, la soddisfazione dell’archeologa d’Andrea. «Molte sono state le tappe che ci hanno portato a questa giornata, il cui spirito è stato condiviso dlal’amministrazione sin dai primi passi. Siamo partiti da lontano, dal Salone del Libro di Torino, ed oggi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. La soddisfazione più grande, è stata quella di vedere l’emozione, la felicità di questo grande archeologo, rimasto legatissimo alla Calabria, alla quale ha dedicato anni ed anni del suo straordinario percorso scientifico».