Undici mesi prima della fine del suo mandato, Francesco Cardone lascia la presidenza degli Mbuttaturi. Una notizia che ha sorpreso sia la vecchia guardia che i più giovani, e che ha spinto sull’acceleratore delle procedure di rinnovamento. Una mossa a sorpresa, fatta per stimolare il ricambio, l'alternanza, l'inserimento di forze fresche. Lui stesso, al termine del secondo mandato, non poteva venir confermato per vincoli statutari: ed ha preferito anticipare l'addio alla carica - ma non alla Festa - undici mesi prima della naturale scadenza, proprio per dar tempo al suo successore di prepararsi. Anche perchè in molti vociferano di una prossima edizione che da più parti si vorrebbe fissata già nell'agosto 2021.

Storia di fratellanza e di impegno

Cardona, pur non esprimendosi sull'ipotesi 2021, si presta di buon grado al racconto della sua Varia. Parla di una festa vissuta intensamente per anni, e culminata nell'impegno titanico dell'edizione 2019. La Varia, anche per lui, è fuoco d’artificio sociale, catarsi collettiva, esplosione di vitalità trascinata da una comunità scopertasi coesa, affiatata e con tanta voglia di trasparenza. Le sue dimissioni  riaccendono i riflettori su una festa la cui eco non sembra volersi spegnere. E chi è stato a capo di coloro che trainano la macchina, considerati il sangue, i nervi, i muscoli e la forza della città, all'indomani della decisione approfitta per riflettere su quello che è stato il suo ruolo. Considerato un leader da tutti i magnifici 200 (400 braccia, 400 gambe, 400 occhi e 400 mani che hanno trainato la imponente macchina) - oltre a quelli che hanno fisicamente tirato oltre cento metri di corda -, e che simbolicamente si sono caricati sulle spalle un’intera città, Cardone ci racconta una storia bella, di forza d’animo e fratellanza. Di coesione e impegno civile.

 

Una Varia totale

La Varia di Francesco, eletto all’unanimità a rappresentare le varie corporazioni che dividono gli ‘Mbuttaturi, è stata una Varia di passione, una Varia totale, abbracciata con la forza di chi non vuole lasciarsi abbattere da una perdita familiare che lo colpisce in modo devastante a pochi mesi dalla Festa. La storia di un uomo che cerca e che trova nell’abbraccio dell’intera città la forza per andare avanti, per rilanciare, anche in questo 2020, gli impegni presi di fronte alla comunità. «Ho scelto di vivere l’incarico in modo totalizzante – dichiara Francesco-. E l’ho fatto prima di tutto per me stesso, perché ho avuto bisogno dell’abbraccio degli ‘Mbuttaturi per lasciarmi alle spalle una sofferenza grande. Certo, l’impegno sarebbe stato lo stesso, la presenza egualmente costante, anche se fossi venuto da un vissuto più sereno - sottolinea-. Ma vivere il mio ruolo con tanta intensità ha fatto bene a me, e credo anche ai miei compagni di strada».

La forza del gruppo 

«E tuttavia, voglio anche sottolineare che tanta parte del mio impegno è stata motivata dal voler restituire alla comunità l’affetto, l’energia, la forza che mi ha trasmesso. Si vive anche di fratellanza, di legami. E la mia gente me ne ha trasmessa tanta. Certe sere si avvertiva un’energia quasi sacrale. Ci sono stati momenti intensi, situazioni nelle quali ci si sentiva fratelli anche se non ci si conosceva. E spero che questa sensazione si sia propagata dal nostro gruppo alle strade, alle piazze, a tutta la comunità palmese». Francesco è uomo di destra. La visione cameratesca traspare da ogni parola, da ogni gesto, dall’approccio ad ogni iniziativa. «Il mio agire viene dal mio credo. L’essere attento allo spirito di corpo, alla squadra, alla forza del gruppo è stato alla base di ogni decisione presa. Ed oggi, sono soddisfatto della coesione raggiunta, nel rispetto delle differenze e delle identità di tutti. Ho lavorato per valorizzare le peculiarità delle singole corporazioni, pur insistendo sulla coesione. Oggi, guardando alle singole appartenenze, trovo delle caratteristiche che, messe insieme, danno l’immagine esatta della straordinaria vitalità del nostro gruppo». 

 

Le identità del popolo

E ancora: Se dovessi abbozzare una descrizione delle diverse corporazioni - prosegue - definirei i Carrettieri come un gruppo di veri amici, i Marinai capaci di grandi imprese nel solco della loro tradizione, i Bovari come i più veraci, attaccati alle tradizioni, trasversali (dal più giovane al più semplice). Gli Artigiani, quelli che hanno mostrato una grande ripresa organizzativa. I Contadini, la mia corporazione, ed ovviamente quelli cui mi sento maggiormente legato, come il gruppo dalle grandi potenzialità».

Cuore e ragione

Oggi, spente le luci, calato il sipario sulla Varia, il cruccio di Francesco è uno, ed uno solo: vedere che il senso di appartenenza stenta a manifestarsi al di fuori della festa. «Chi mi sostituirà, e spero venga individuato prima possibile, dovrà lavorare su iniziative che possano permetterci di ritrovarci e rimanere coesi anche al di fuori dei festeggiamenti tradizionali. Per questo si dovrà pensare a degli eventi, ad iniziare da giochi estivi, che alimentino il senso di squadra. Ma penso anche alla gestione efficace del merchandising, ed al lavoro nelle scuole: diffondere tra gli studenti scuole il senso della festa e dell’essere ‘Mbuttaturi, è fondamentale. Il coinvolgimento dei giovani è e sarà determinante. Infine, insistere sulla ulteriore sinergia con l’Amministrazione comunale. Al Sindaco Ranuccio ed al presidente del Comitato Saverio Petitto tra l’altro deve essere riconosciuto il merito di avere rilanciato in maniera significativa la festa. Ed è anche grazie a loro che l’estate palmese del 2019 rappresenterà sempre un ricordo vivo in ciascuno di noi».