Secondo la rivista The l’università di Arcavacata è la prima in Italia per capacità di trasferire tecnologia alla società civile
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L’autorevole rivista britannica The, acronimo di Times Higher Education, punto di riferimento per le università, ha stilato una classifica che calcola, insieme ad altri parametri, un indice di capacità degli atenei di trasferire tecnologia alla società civile. Sul podio, con grande sorpresa, si trova l’Università della Calabria, prima tra le italiane, davanti a diversi autorevoli atenei quali l’Università di Bonn e l’University of Science and Technology of China.
A dare lustro al nostro ateneo sono le tante start up che nel corso di questi anni sono state realizzate allo scopo di apportare innovazione e migliorie alla società e alle imprese.
Una lunga lista di idee made in Sud.
Tra queste troviamo Gipstech, l’applicazione di localizzazione per musei che funziona senza wi fi e che è stata utilizzata dal museo di Storia dell’Informatica di Google a Mountain View.
Altro importante strumento di innovazione ideato nel campus di Arcavacata è il Mantra deep insight platform, un programma che interpreta in modo incredibilmente funzionale ed intelligente i big data in possesso a grossi gruppi imprenditoriali permettendo loro, con facilità, di sviluppare il proprio business.
E ancora Ocore, start up che ha creato la crema alla cipolla di Tropea con sorprendenti benefici per le ulcere procurate dal diabete, e che si è aggiudicata la fascia di migliore idea innovativa 2017.
Orgoglio da parte della Bruno Bossio
«Non posso che congratularmi con l’Unical per lo straordinario riconoscimento ottenuto. Infatti il nostro Ateneo è stato incoronato da THE, acronimo che sta per Times Higher Education, autorevole rivista britannica, come prima Università in Italia per capacità di trasferire tecnologia alla società civile». Afferma in una nota la deputata Dem calabrese Enza Bruno Bossio.
«Questo primato si aggiunge a quello sancito dal Censis che ha assegnato a Cosenza il secondo posto tra i grandi atenei. Nulla è casuale. In un convegno - prosegue la Bruno Bossio - a cui partecipai nel 2015 a Pisa sullo sviluppo delle start up digitali, la Calabria non era contemplata nella carta geografica nazionale delle start up. Oggi a distanza di soli 4 anni questa bella novità non è casuale ma è frutto del talento e delle eccellenze della nostra terra: i nostri giovani e l’Ateneo calabrese. Al quale va aggiunto lo straordinario sostegno della Regione Calabria, che attraverso Calabriainnova, ha affiancato molte di queste Start up con finanziamenti e accompagnamenti che ne hanno permesso la sostenibilità e l’impatto nella vita quotidiana».
«Questo successo - chiosa la deputata - conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’importanza di promuovere nel Paese una diffusa cultura digitale e dell’innovazione che abbia ricadute positive in termini di crescita economica e sociale soprattutto del Sud».