VIDEO | Sui frammenti del barcone naufragato il 26 febbraio 2023 lo scultore vibonese plasma scene di grande impatto emotivo e costringe a riflettere. Le sue opere raggiungeranno Steccato in occasione del primo anniversario della tragedia dei migranti
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Un’umanità disperata. Aggrappata ad un’ultima speranza. Ad un pezzo di legno in mezzo alle onde del mare in tempesta. La tragedia di Cutro, un anno dopo, interroga le coscienze nelle opere realizzate dall’artista vibonese Antonio La Gamba, che sui frammenti del barcone naufragato davanti alla spiaggia di Steccato, dà forma e sostanza a quella disperazione. Su quei legni recuperati sulla spiaggia, grazie all’aiuto della Protezione civile, La Gamba ha modellato con l’argilla figure in preda a disperazione, angoscia e paura ma ad emergere su tutto è, paradossalmente, un messaggio di speranza.
«Quando la barca si è disintegrata - spiega l’artista mostrando le sue sculture nella bottega del Valentianum a Vibo -, l’unica possibilità di salvarsi era aggrapparsi ad un pezzo di legno. Quindi io ho immaginato la mamma che tiene il figlio e al tempo stesso si aggrappa ad un pezzo di legno, perché è quello l’unico modo per salvarlo. Oppure il papà che si aggrappa con il figlio agganciato al suo corpo».
Le sue opere raggiungeranno Cutro in occasione della ricorrenza della strage dei migranti del 26 febbraio. Tra queste una scultura di oltre tre metri con un ragazzo che si innalza sulla barca, quasi fosse un Cristo in croce. Che allarga le braccia prima di essere inghiottito dalle onde. La Gamba ne custodisce un modellino in scala in bottega.
«Questi lavori nascono da una frase di papa Francesco che all’indomani della strage disse: “Siamo tutti sulla stessa barca”. Chi si illude che queste cose appartengano ad altri o che non riguardino tutti, sta facendo un grosso sbaglio. Quando tocchi questi frammenti - aggiunge - se hai un minimo di sensibilità non puoi restare indifferente perché questi oggetti sono bagnati dalla vita e dalla morte di migliaia di persone».
Dalle mani di La Gamba prendono forma scene di grande impatto emotivo. L’arte come denuncia e spunto di riflessione. «Per me una delle principali componenti di ogni artista deve essere l’umiltà di ascoltare che gli oggetti su cui si lavora raccontino delle storie. Questi frammenti di dolore mi hanno raccontato delle storie e io spero di riuscire a trasmettere una piccolissima parte delle emozioni che mi hanno trasmesso».