La sua opera scultorea Forme uniche della continuità nello spazio è stata scelta per il conio italiano dei 20 centesimi di euro, perché ritenuta particolarmente rappresentativa del genio italiano nel mondo, al pari di Leonardo Da Vinci, Dante Alighieri e Sandro Botticelli.

Umberto Boccioni, esponente di assoluto rilievo del Futurismo, nacque a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882. Per i 140 anni dalla nascita, in corso nella Città dello Stretto le celebrazioni illustrate nei giorni scorsi dall’assessora alla Cultura di Reggio Calabria, Irene Calabró, e scandite da numerose iniziative e incontri dedicati all’autorevole pittore futurista.

Boccioni fu fine interprete dell’arte in movimento e pioniere della rappresentazione dinamica degli oggetti e spazio. Le sue intuizioni e la sua opera incisero profondamente sull’arte pittorica e scultorea del XX secolo.

Un personale omaggio al maestro futurista, consistente in una maestosa riproduzione di questa opera, realizzata dallo scultore di Gioia Tauro Cosimo Allera, è adesso esposta accanto al teatro Francesco Cilea e alla Pinacoteca civica. Qui, fino alla fine dell’anno, saranno esposte cinque opere grafiche, appartenute originariamente alla collezione privata Winston Malbin e poi pervenute alla collezione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona. Stessa provenienza per l’opera in bronzo intitolata Sviluppo di una bottiglia nello spazio. La mostra “Un percorso di Umberto Boccioni”, è curata da Marisa Cagliostro, già docente di Storia dell’Architettura all’università Mediterraneo di Reggio Calabria.

Forme uniche della continuità nello spazio

Su espresso desiderio di Umberto Boccioni, che avrebbe voluto che una sua opera fosse esposta in Calabria, nel 2013 un esemplare fu donato alla collezione Bilotti della Galleria Nazionale di Cosenza a palazzo Arnone.

È l'unico esemplare ad essere stato dichiarato di particolare interesse culturale con apposito decreto ministeriale (numero 77 del 2013). Mauna versione avrebbe dovuto essere destinata anche a Reggio Calabria.

«Forme uniche della continuità nello spazio fu fatta fondere presumibilmente nel 1933 da Marinetti poco prima della grande Mostra di Roma e fu da lui stesso venduta al Comune di Milano, a patto che “di detta scultura esisteranno solo 4 esemplari destinati a Milano, a Roma, alla città natale di Boccioni, Reggio Calabria, e a me”. Fu realizzata l’opera per Milano ma non quella per Reggio Calabria», ha ricordato Giuseppina De Marco, storica dell’Arte e docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, in occasione di un incontro dedicato al celebre pittore futurista, svoltosi al Museo archeologico nazionale della Città dello Stretto qualche anno fa.

La vita

Nato in via Cavour a Reggio Calabria, da genitori romagnoli Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, lasciò la Città dello Stretto da bambino, trasferendosi con la famiglia prima a Forlì, Genova, Padova e Catania. Neppure ventenne, si trasferì a Roma dove entrò in contatto con Giulio Severini, allievo dello studio del pittore Giacomo Balla, e con Mario Sironi.

La sua formazione proseguì poi all’estero, in Francia e in Russia. Al rientro in Italia frequentò la scuola libera del Nudo del regio istituto di Belle Arti di Venezia e poi a Milano conobbe Romolo Romani e Gaetano Previati e poi anche Filippo Tommaso Marinetti con cui, unitamente a Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, nel 1911 scrisse il Manifesto dei pittori futuristi, dopo avere contribuito a stendere anche il Manifesto tecnico del movimento futurista l’anno precedente.

Sempre a Milano, nel 1911, con Ugo Nebbia, Carlo Dalmazzo Carrà, Alessandrina Ravizza e altri allestì il primo padiglione d'Arte Libera, che avrebbe ospitato la prima collettiva in assoluto di pittori futuristi, contribuendo così all’affermazione di un nuovo modo di fare arte e di interpretare con la rappresentazione visiva il mondo e la società in rapida trasformazione.

Arruolatosi nel 1915 nel Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti, non entrò mai in combattimento. In una lettera dal fronte definì l’attesa di battersi come una forma di “eroismo oscuro”.

Umberto Boccioni morì giovane, cadendo da cavallo a soli 33 anni, durante un’esercitazione militare a Chievo, frazione di Verona, il 17 agosto 1916.

Umberto Boccioni e i pittori calabresi

La vita di un artista è fatta di incontri e contaminazioni che nella ricca esperienza di Umberto Boccioni ebbero come protagonisti anche pittori meridionali e conterranei calabresi.

«Giuseppe Carrieri, originario di San Pietro in Guarano, in provincia a Cosenza, si accostò al Futurismo come poeta e nel 1910 fu presente al Teatro Mercadante di Napoli per una serata futurista con Marinetti e Boccioni. Il suo nome - ha spiegato la docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Giuseppina De Marco - compare nel Manifesto del futurismo, ripubblicato da Marinetti in occasione di due serate futuriste alla Fenice di Venezia, e nel 1911 nel Manifesto Uccidiamo il chiaro di luna.

Antonio Marasco, originario di Nicastro, conobbe a Firenze, dove poi morì nel 1975, Umberto Boccioni. Insieme parteciparono nel 1915 alla Mostra Futurista della Panama-Pacific Exposition di San Francisco in California.

Fortunato Longo, originario di San Giorgio Morgeto, nipote di Francesco e Vincenzo Jerace, insegnò scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove morì nel 1957, e divenne amico di Boccioni e Severini.

Poi ancora - prosegue la docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Giuseppina De Marco - Saverio Gatto, originario di Reggio Calabria, studiò all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove morì nel 1959, conobbe Boccioni nel 1914 e divenne suo amico. Prese parte alle Biennali di Reggio Calabria del 1920 con i bronzi Busto di Tommaso Campanella, Bimbo che ride e Bimbo che piange.

Infine Enzo Benedetto, anche lui originario di Reggio Calabria, detto Record da Filippo Tommaso Marinetti, di cui nel 1924 pubblicò sulla rivista Originalità in prima pagina un editoriale sul Futurismo alla XIV Biennale di Venezia e promosse nel 1926 la sala futurista per la IV Biennale d'Arte Calabrese di Reggio Calabria, curata dall’altro calabrese illustre Alfonso Frangipane. Nel 1967 fondò la rivista “Futurismo-Oggi”, cui aderirono il MoMa di New York e il Centre Pompidou di Parigi», ha concluso la professoressa Giuseppina De Marco.

Meno di vent’anni di attività artistiche e un ricco corpus di opere

Un artista prolifico che in meno di vent’anni di carriera ha realizzato numerose opere pittoriche.

Tre le sue opere pittoriche più importanti spiccano La città che sale (The City Rises, nome originario Il Lavoro - 1910), esposto al MoMA di New York insieme al Dinamismo di un calciatore (1913), La rivolta (1911), La Risata (1911), Dinamismo di un corpo umano (1913) e, per le due serie Stati d’animo, Gli addii (1911), Quelli che restano (1911), Quelli che vanno (1911), Quelli che vanno (Studio) (1911), Gli addii (1911), Quelli che restano (1911), Quelli che vanno (1911).

Poi ancora Rissa in galleria (1910), esposto alla pinacoteca di Brera di Milano, Visioni simultanee (1911) esposto al Von Der Heydt Museum di Wuppertal in Germania e tantissime altre.

E le sculture Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1913), esposta alla Galleria d’arte moderna di Milano, L'antigrazioso (La madre) (1912-1913), esposta presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma e le celebri Forme uniche della continuità nello spazio (1913). L’originale in gesso è esposta al museo di Arte Contemporanea a San Paolo in Brasile e con varie versioni successive in bronzo esposte al museo del Novecento di Milano, alla Kunsthalle di Mannheim, alla Tate Modern di Londra, al NoMa di New York, al Metropolitan Museum di New York, al museo Kroller - Muller di Otterlo nei Paesi Bassi, e alla Galleria nazionale di Cosenza.