È tutto pronto a Soveria Mannelli per la seconda edizione del Festival del Lamento organizzato dall'associazione Deda, sodalizio formato dai giovani del posto desiderosi di portare cultura e idee nel proprio paese natale. Dall'1 al 4 agosto ci sarà modo dunque di aggregare lamentazioni private e trasformarle in pubbliche per far sì che quel lamento, connaturato nell’animo umano, assolva a una funzione comunicativa. L'idea è infatti celebrare la vita, l'aggregazione comunitaria e la compassione umana attraverso l'antica arte del lamento.

Il significato del lamento

Lamentarsi costituisce in Calabria un’ontologia, uno scandire del tempo. Il lamento assolve a una funzione comunicativa, è esercizio di redenzione e assoluzione delle coscienze; è propulsore di energie nell’esatto momento in cui canta la materia inerte, morta. In alcuni dialetti il lamento si fa parola – “Guai” – intercalare a cui ci si appella per esprimere paura, riprovazione, disappunto, ma anche incredulità, sorpresa, felicità. Si lamentavano i nostri avi greci e quelli romani, gli scrittori medievali nelle lamentationes, i provenzali coi loro planh e poi quelli italiani coi loro pianti. Ma anche i francesi nei cahiers de doléances e gli inglesi nei numerosi complaint; nella Bibbia c’è addirittura un intero libro dedicato alle lamentazioni. Insomma, il lamento accompagna le vite di tutti, a ogni latitudine e in qualsiasi periodo storico. Il Festival del Lamento vuole offrire una casa a quanti sentono impellente questo bisogno, vuole farsi aggregatore e propulsore del lamento, per smontare il mito della società basata sull’arrivare e sul farcela anche a costo di lasciare indietro chi parte da una condizione di svantaggio e che, magari, lamentandosi sta chiedendo aiuto.

Il programma 

I protagonisti di quest'anno saranno Saverio Tommasi con un libro in cui si lamenta di Vannacci; il regista Fabio Mollo col documentario Semidei, sul ritrovamento dei Bronzi di Riace, che racconta di una Calabria inclusiva e accogliente, oltre i lamenti; il live set di Sarafine, vincitrice di X Factor; la stand-up comedian Monir Ghassem con uno spettacolo sul rapporto tra i millennial e il lavoro, causa di non pochi lamenti; la giornalista Annarosa Macrì con i lamenti che i lettori del suo giornale le inviano per mail.

"Non c'è niente", questo il tema scelto per l'edizione 2024, una delle lamentele più diffuse tra i calabresi. Nel corso delle quattro giornate, precisamente il primo agosto a Rione Colosimelli, ci sarà inoltre un singolare momento di condivisione del lamento con un laboratorio collettivo di pasta fresca: «Tutti i cittadini saranno chiamati a incontrarsi e a condividere i propri lamenti e magari trovare una soluzione intorno a un piatto di pasta fresca».