Un quadro simbolo di devozione, grazia, speranza; un’icona in cui si rispecchiano tutte le tradizioni e la fede di un popolo; un concentrato di storia e leggenda, amore e mistero, di quelli che rendono unico il nostro Sud. Nella sacra effigie della Madonna di Romania, protettrice di Tropea e della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, si racchiudono tutti questi elementi, elevandola a simbolo imperituro di calabresità. Proprio oggi, 27 marzo, si celebra una delle due ricorrenze legate all’immagine sacra, giunta, secondo la leggenda, su una nave proveniente dalla Romània (le terre conquistate dai Romani, in particolare la parte orientale dell’Impero) proprio a richiamare la sua bizantinità.

L'arrivo della sacra effigie

L’arrivo del quadro, perseguitato, come tutte le immagini sacre, dall’Iconoclastia dell’VIII secolo d.C. è circondato da un’aura di leggenda: una volta giunta in porto, la nave non sarebbe più riuscita a ripartire fino a quando il quadro non venne fatto scendere e portato in cattedrale. Da allora prese posto sul coro, essendo la chiesa dedicata a Maria Assunta in Cielo, fino a quando, nel 1638, non apparve in sogno al vescovo dell’epoca, Ambrogio Cordova, a cui chiese ripetutamente che fosse spostata sull’altare maggiore. Alla terza apparizione, la supplica di portarla in processione per le vie della città. Il prelato, scosso da quella richiesta, acconsentì e aprì il ciclo dei miracoli attribuiti alla “Mamma nostra”, come è affettuosamente chiamata dai tropeani.


Durante il corteo, infatti, una violenta scossa di terremoto si abbatté sulla regione senza risparmiare il centro costiero, ma, grazie al volere dalla Madre di Dio, la folla in processione si salvò perché non era rimasta nelle proprie case. Da allora il 27 marzo è il giorno dedicato alla Madonna di Romania, la quale viene festeggiata anche il 9 settembre in ricordo dell’Incoronazione, avvenuta nel 1877.

Gli altri miracoli

Da quel 27 marzo la devozione dei tropeani è cresciuta sempre più, attribuendo alla sacra effigie anche la protezione da una pestilenza nel 1660 e dal devastante terremoto del 1783, oltre a numerose grazie. Tra i vari prodigi attribuitile da ricordare è anche quello risalente alla Seconda guerra mondiale, precisamente all'estate del 1943, quando un aereo alleato sganciò sei bombe su un giardino dove giocavano dei bambini, ma nessuna di esse esplose. Un fatto che fece gridare subito al miracolo tutta la popolazione. Due di quei sei ordigni sono conservati ancora oggi nella cattedrale a imperituro ricordo.

La Madonna oggi

Dal 30 settembre 1986, giorno in cui venne emanato il decreto della Congregazione dei vescovi che prevedeva l’accorpamento delle diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea, la Madonna di Romania è divenuta patrona della nuova circoscrizione.

Le processioni che si svolgono nelle due date rappresentano un momento di grande suggestione, sia per i credenti che per i semplici curiosi. L’uscita dal portone della cattedrale dell’immagine, ornata da monili preziosi e portata a spalla sotto un incessante scampanio, genera intensa commozione nei presenti.


Spesso per i tropeani emigrati la festa del 9 settembre rappresenta la fine delle ferie nella città d’origine e il ritorno alla vita di sempre, mentre quella del 27 marzo si può dire che apra la stagione turistica.


In un modo o in un altro, la vita dei tropeani è connessa con le due date e il quadro miracoloso. In un modo o in un altro Tropea non è solo mare e turismo, ma anche storia e tradizione e la Madonna di Romania rappresenta il lato più intimo della popolazione, protetto nel tempo e tramandato di generazione in generazione.