Della nuova legge sul testamento biologico, entrata in vigore lo scorso 31 gennaio, si è parlato a Cosenza con Mina Welby, presidentessa dell’associazione Luca Coscioni, compagna di Piergiorgio, l’attivista radicale affetto da una grave forma di distrofia che il 20 dicembre 2006 decise di lasciarsi morire. Welby, chiedendo di staccare la spina al respiratore che lo teneva in vita, sollevò in Italia in maniera dirompente, la questione dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico.

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I temi del fine vita rimangono di stretta attualità

Più di dieci anni più tardi l’Italia si è adesso dotata di uno strumento normativo in cui è previsto il diritto per ogni individuo maggiorenne di esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di cure sanitarie con facoltà di rifiutare i trattamenti. La materia è di stretta attualità anche in virtù del rinvio degli atti alla Consulta nell’ambito del processo a Marco Cappato, accusato di aver assistito il suicidio di Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo, vittima di un incidente stradale, affetto da tetraplegia e cecità. Cappato lo accompagnò in Svizzera dove il 40enne si è spento nel febbraio del 2017. Adesso la Suprema Corte dovrà stabilire se l’articolo 580 del codice penale, in cui è prevista una pena fino a 12 anni di reclusione per istigazione al suicidio, sia costituzionale oppure no. All’incontro, organizzato dall'associazione politica Cosenza in Comune, introdotto da Valerio e Rita Formisani, sono intervenuti Ugo Adamo, studioso del diritto costituzionale, e Giovanni Nicotera, Medico rianimatore e terapista del dolore.

 

 

Salvatore Bruno