VIDEO | La collaborazione dell'arcidiocesi con il mondo accademico nasce nel 2016 per unire due aspetti: quello della tutela e quello della valorizzazione e promozione del Codice
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L’Arcidiocesi di Rossano-Cariati stringe rapporti di partenariato con l’Università del Salento sul Codex purpureus rossanensis che continua a intercettare le attenzioni del mondo accademico. Lo sfoglio e l'esposizione di una nuova miniatura dell’evangeliario greco, riconosciuto patrimonio Unesco, sono stati al centro della settima edizione “Sfogliando il Codex”, iniziativa che si è tenuta alla presenza degli studenti del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.
Tra i laureandi Luca Maschio ( storia dell’arte-Università del Salento) che ha sottolineato l’importanza dell’Antico Maniero visto in chiave innovativa attraverso l’impiego del supporto informatico: «Sono stati mesi di intenso lavoro che ha interessato un’attività bibliografica molto ampia, ha riferito Maschio, con l’obiettivo di fornire un ulteriore valore aggiunto alle storie che racconta il codice. Per noi è stata un’esperienza fondamentale che ci ha consentito di mettere in pratica anni di studio presso la nostra Università».
La manifestazione “Sfogliando il Codex” nasce nel 2016 proprio in concomitanza con il Museo Diocesano che ha voluto «unire due aspetti, commenta la vice direttrice del Museo Cecilia Perri, quello della tutela del Codex e un’azione di valorizzazione e di promozione. Abbiamo vissuto momenti difficili a causa della pandemia, nonostante tutto siamo riusciti comunque a lavorare dietro le quinte mediante l’attivazione di forme di partenariato, in questo caso con l’Università del Salento». Una sorta di tirocinio a distanza tra le parti che ha portato alla produzione di un video che resterà conservato all’interno del Museo già disponibile. «La conoscenza dello studio scientifico di opere importanti come il Codice deve poi essere affiancata a un lavoro di divulgazione. La cultura deve arrivare a tutti», conclude la Perri.
Scelta l’immagine di San Marco Evangelista
Il video sintetizza la conoscenza del Manoscritto. Scelta in questa edizione l’immagine di San Marco Evangelista che documenta la sapienza interpretata come cammino di studio per i tanti giovani amanti dei luoghi che custodiscono l’arte. Per Lucinia Speciale, Professore di Storia dell'Arte Medievale ed esperta del Codex, si tratta di «uno dei tre Manoscritti del VI Secolo in pergamena purpurea miniati, molto rara. Dei tre è il più cospicuo come frammento, mentre gli altri due sono conservati a Vienna e Parigi.
Quello di Rossano ha conservato la sua sede storica di un lunghissimo periodo». Ha concluso i lavori l’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise che si è complimentato con tutti, manifestando gratitudine dei confronti di chi ha dato vita alla collaborazione tra il Museo e l’Università del Salento. «Sono attività che rendono l’Evangeliario un testo non biblico, ma vivo che continua a parlare e a lanciare il messaggio di pace». Tra gli intervenuti Raffaele Casciaro, Professore di Museologia e critica artistica del restauro, direttore del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento e i tirocinanti del corso magistrale di storia dell’arte Cosimo Luca Coppola, Erika Persicce, Giuseppe Muscogiuri e Luca Maschio.