INTERVISTA | Tra le numerose tendenze che si sono affermate negli ultimi anni c’è anche quella che riguarda chi rinuncia all’autoerotismo in cerca di presunti benefici fisici e un aumento della libido
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Il peccato originale, il piacere e l’edonismo, e quel modo di mettere a tacere la libido: «Nasciamo tutti perversi poliformi». La storia che stiamo per raccontarvi parte da un incontro e da un ricordo. L’incontro è quello con un giovane, un normale ragazzo calabrese di trent’anni, con il carico di pulsioni e fantasie che si possono avere a questa età. Una persona qualunque, insomma. O forse no. Edonista nel midollo che porta con se un’esperienza segreta che lo ha reso – almeno a sentirlo – l’uomo più forte del mondo. Ed è stato lui a raccontarci di un’esperienza del terzo tipo, in compagnia di Freud, che gli ha fatto percorre un viaggio da D’Annunzio a Nietzsche.
Poi c’è il ricordo, invece, che è del tutto personale e va indietro nel tempo, di almeno vent’anni, nelle trame di quella commedia pittoresca uscita dal genio di Alberto Sordi, che è il Marchese del Grillo. Una normalità paradossale, grottesca e delirante, quella del vate della comicità all’italiana, che si sintetizza tutta nella figura del giovane Pompeo, il nobile nipote del “sor marchese” il cui obiettivo di vita, nell’esplosione della sua pubertà, era l’autoerotismo spinto, eccessivo e anche penitente. “Un’assoluzione ogni tre manovelle” è il forfait più famoso della storia del cinema che oggi, nonostante i tempi che hanno portato il sesso e il piacere a spingersi verso l’estremo, sembra non avere più quell’effetto, quasi mistico che avevano un tempo.
Una volta bastava uno sguardo per stuzzicare desideri erotici. Un tempo, nelle edicole – e chi non se lo ricorda! – c’erano gli spazi riservati alle riviste hard. Colpo grosso andava in onda in terza serata. Cicciolina e Moana Pozzi erano icone raggiungibili dallo sguardo solo dopo una “certa età” o comunque non prima di una trafila infinita tra “giornaletti” e Vhs che passavano di mano in mano. Oggi no. Oggi è tutto a portata di tutti. A qualsiasi ora del giorno e della notte. In ogni momento. In ogni dove. Modelli muscolosi e oleati, donne ignude, linguaggio spinto e provocante. Ed è così che da Colpo Grosso, che per vederlo andavi a scuola con le occhiaie fino ai piedi, si è passati a Ciao Darwin che tette e culi, gialli, neri, bianchi e di ogni risma, te li ha spiattellati tutti in prima serata. Insomma, siamo passati da un eccesso all’altro. Forse anche troppo in fretta. Così velocemente che la nostra generazione, quella dei trentenni, è rimasta spiazzata anche in questo. Non c’è più il piacere del piacere.
Serviva, allora, qualcosa che invertisse i poli magnetici della concezione del sesso, della libido e dell’erotismo. Ed è così che è nato il No-Fap. Ed è questa la storia del terzo tipo (perché non è né in né out ma middle), di un incontro con un giovane calabrese che ha provato l’esperienza di questo “percorso esperienziale”. Prima, però, occorre capire cos’è e di cosa stiamo parlando. NoFap è una social community mondiale che funge da gruppo di supporto per coloro che desiderano evitare la pornografia e la masturbazione. Il suo nome deriva dal termine gergale fap che nella lingua anglosassone si riferisce alla masturbazione maschile. Insomma una pratica per tentare di ritornare “normali” dopo l’overdose di sesso e pornografia che ormai troviamo in ogni angolo della nostra esistenza.
Il giovane Nino (nome di fantasia) ci ha raccontato tutto questo.
Quando hai deciso di aderire al No-Fap e perché?
«Non parlerei tanto di aderire, ma ho scelto. Ero con degli amici e abbiamo iniziato per gioco dopo aver letto degli articoli su Internet e quasi per gioco abbiamo iniziato. È stata un’esperienza che ha giovato a tutti. Non si tratta solo di astinenza fine a sé stessa ma è un sacrificio per modificare lo stile della propria vita. È una conquista, è una sfida ed è un’alternativa alla sessualità dilagante che ha svuotato il sesso».
C’è chi vi definisce una setta di esaltati. Sei d’accordo?
«Come ho appena detto non c’è alcuna adesione. Non è una setta e non è nemmeno un circolo di illuminati. Su internet esistono delle Community di supporto, nulla di più».
Perché ad un certo punto hai deciso di non attuare più questa pratica, di uscirne fuori?
«Perché avevo raggiunto il mio obiettivo. Il No Fap ti allontana dalla pornografia e dalla visione della donna e del rapporto che ha rivoluzionato il concetto del sesso. Inoltre, ci si allontana dal desiderio per tornare al vero obiettivo dell’essere umano che è il bisogno».
Qual è la stata la tua esperienza? Quali sono i benefici che hai notato aderendo al No-Fap? E soprattutto quelli che sei ritornato a provare una volta che hai smesso?
«La mia è stata certamente un’esperienza positiva. I benefici sono molteplici: dalla maggiore libido, alla maggiore sicurezza nei miei mezzi nell’approcciarmi con una ragazza e soprattutto ho innalzato i valori del testosterone. L’uomo deve tornare alla sua centralità nella natura. Pasolini ci ha insegnato come le società preconsumistiche avessero bisogno di uomini casti e forti. Nella nostra epoca l’eccessivo consumo ci ha incarcerati, siamo obbligati a fare sempre e ovunque l’amore, in cui la donna è più presente da quel punto di vista, divenendo oggetto e non soggetto».
No Fap, tradotto dall’inglese significa letteralmente “no masturbazione”, insomma un messaggio contro la libidine sessuale. Credi allora che, di questi tempi, il no-fap sia una forma di fanatismo, di anticonformismo oppure una vera e propria presa di posizione concettuale contro chi fa abuso dell’autoerotismo?
«Non è anticonformismo ma riacquisire la propria libertà dal desiderio. La sessualità è la forma umana più forte e autentica, se canalizzata negativamente porta all’insoddisfazione. Freud differenzia gli istinti che sono degli animali e le pulsioni che sono degli esseri umani. Ogni bambino nasce con una forza propulsiva di sessualità: nasciamo tutti perversi polimorfi e da come superiamo le fasi legate al sesso cresciamo e diventiamo quello che siamo».
No Fap significa anche astensione dal sesso in ogni sua declinazione, oppure sono permesse delle “concessioni”?
«Ci sono varie linee di pensiero. Io posso parlare solo dell’astensione dalla masturbazione e dalla pornografia».
Consiglieresti di aderire al No-Fap?
«Assolutamente si, sono convinto che ognuno può capire quanti e sono i sacrifici. Prima del No-Fap prima di andare a dormire dovevo masturbarmi, adesso non è una priorità giornaliera. È diventato un semplice bisogno fisiologico».
Insomma, se qualcuno mai si volesse cimentare in un (impossibile) remake de Il Marchese del Grillo sappia che la figura di Pompeo non ha più senso, è tramontata soffocata dall’ossessione del sesso. Che peccato, per noi ultimi nostalgici.