Non è facile decidere quando si tratta di scegliere il prodotto tipico agroalimentare che ognuno ritiene come il più rappresentativo della Calabria.
Se è vero che sul cibo spesso finiamo per scatenare la nostra faziosità più campanilistica, va pur detto che la scelta è davvero ardua, tanto alto è il livello qualitativo, antica la tradizione, celeberrima la qualità, radicato il consumo.

Consapevoli che questo breve elenco non esaurisce affatto la varietà di prodotti calabresi amati in tutto il mondo, ecco i magnifici sei su cui i nostri lettori sono chiamati ad esprimere la propria opinione, per individuare la più rappresentativa tra le eccellenze calabresi.

I magnifici sei

La ‘ndujia di Spilinga e la cipolla rossa di Tropea, portacolori del Vibonese, figlie delle pendici del Monte Poro e delle coste del Tirreno più celebrate d’Italia, sono citate ormai ovunque e onnipresenti: tanto da rappresentare l’identità stessa di una certa Calabria verace, e costituire un cliché sin troppo diffuso, che a volte rischia di offuscarne l’immagine di prodotto principe, di qualità superba.

Il bergamotto di Reggio Calabria, altro osso duro, rappresenta la nobiltà della produzione. Prodotto di nicchia, cibo sacro, essenza purissima, da secoli conteso tra maestri profumieri e rabbini di tutto il mondo. È un agrume che parla di ricchezza, di eleganza, di preziosità.
Un triplo salto mortale ci porta quindi al caciocavallo silano, formaggio che personifica la Calabria di montagna e di passo, pastorale e arcaica, contadina e verace. La Sila inaccessibile, le tradizioni immutate, uno stile di vita ed una alimentazione tanto tradizionale quanto eterna.
Al vino Cirò, il compito di rappresentare l’identità magnogreca, fondante e identitaria, l’antica Enotria, regione meridionale che comprendeva la Calabria. La traccia della storia più arcaica, il suo imprinting originario.
Infine, la famiglia, la matriarcalità della nostra organizzazione familiare l’arte di arrangiarsi che ha fatto grande una tradizione gastronomica tutta da scoprire, la affidiamo ai catanzaresi, veri gourmet della regione, ed al loro morzello, la loro trippa, piatto tanto povero quanto ormai tornato sugli scudi, grazie ad una cucina locale sempre più vivace.

CLICCA QUI PER IL SONDAGGIO