Per 16 anni è stato il simbolo di un’intera generazione. Un pezzo di storia della movida della Locride, di cui adesso non è rimasto nulla, se non i ricordi di chi tra gli anni ’70 e gli anni ’80 tra quelle capanne di paglia e legno ballava al ritmo di discomusic e rhytm’blues, sognando i primi amori sulle note di “I feel love” di Donna Summer e “Reality” di Richard Sanderson. C’era una volta il Tam Tam, non una discoteca qualsiasi, ma la discoteca, una struttura per l’epoca unica per scenografia ed effetti speciali. Ci si poteva arrivare anche dalla spiaggia di Caulonia Marina, a pochi metri dal vecchio stradone del lungomare, dall’altra parte del torrente Amusa.

L'inaugurazione nel 1975

Il nome del locale era strettamente legato al circolo artistico-culturale “Club Tam Tam ‘75”, nato con l’intento di promuovere l’attività ludica in paese. L’inaugurazione avvenne il 6 agosto del 1975. «Il successo del luogo derivava dalla particolarità della location e dall’offerta musicale, diversa di sera in sera per accontentare un pubblico sempre più trasversale – racconta Gregorio De Lorenzis, una vita in consolle, tra degli artefici del miracolo-Tam Tam – Nessuno, per esempio, in zona passava il reggae, un’autentica ventata di novità. Un tempo i locali di intrattenimento si contavano sulle punte delle dita. Il nostro si rifaceva alle atmosfere africane, una vera chicca per l’intero comprensorio». A suonare i dischi anche Pino Crisalli, Ilario Camerieri ed Enzo Di Chiera. «Prima dell’inizio della stagione – rivela – salivo a Roma per fare incetta di vinili, da James Brown a Bob Marley, fino a Gloria Gaynor, di cui spesso riuscivamo ad anticiparne le uscite in radio».

Non solo musica

Per godersi una serata nel locale più cool della ionica reggina bastano solo 1500 lire. Si racconta che al fascino del luogo non riuscì a resistere neanche Renato Rascel, beccato una sera a cena reduce da una tappa del suo tour in riviera. Ma al Tam Tam non si viveva di sola musica. Tante le serate dedicate anche alla bellezza con “miss Locride”, appuntamento fisso dedicato alle grazie autoctone, senza dimenticare il Carnevale d’Agosto e le feste in bianco. «L’area ristorante funzionava a meraviglia – prosegue De Lorenzis - una catena di montaggio collaudata in cui ognuno faceva il suo nel pieno rispetto della clientela». Poi, all’improvviso, tutto si ferma. «Non c’erano più le condizioni per andare avanti – ammette De Lorenzis – bisognava ristrutturare, ma non avevamo fondi». Luci al Tam Tam, dal settembre 1991, non ne accenderanno più. «E’ stata una bella storia – conclude il patron - Abbiamo chiuso in bellezza, e di quel luogo se ne parlerà per sempre».