VIDEO | Il sindaco Graziano: «Dopo ben 70 anni finalmente tocchiamo con mano questi reperti, ma è solo l'inizio di un percorso più ampio». Il direttore regionale dei musei Demma: «Non è solo un’esposizione ma un invito a esplorare la Calabria»
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Un tuffo nel passato della Calabria: la mostra "Scavare le radici" a Paludi svela i segreti di Castiglione di Paludi, un sito archeologico di inestimabile valore. Reperti inediti, ricostruzioni virtuali e approfondimenti storici accompagnano il visitatore in un viaggio affascinante che dalle prime tracce di insediamenti umani giunge fino all'epoca della Magna Grecia. Un'occasione unica per conoscere le radici della cultura calabrese e l'importanza di questo sito per la storia della regione.
Il direttore regionale dei musei della Calabria, Filippo Demma, ha condiviso la sua visione e gratitudine riguardo a questa iniziativa, sottolineando l'importanza di riportare alla luce pezzi di storia che risalgono a millenni fa. "Scavare le radici" è il frutto di un accordo di valorizzazione integrato, il quale ha permesso di creare un museo dinamico e polifunzionale, in cui i reperti archeologici torneranno ciclicamente per raccontare aspetti sempre nuovi del patrimonio del sito.
La mostra presenta reperti provenienti dalla necropoli di Piana Agretto, risalente alla prima età del ferro, scoperta negli anni Venti del secolo scorso, insieme a reperti provenienti dall'area urbana di Castiglione, rinvenuti negli anni Cinquanta. Oltre agli oggetti, i visitatori avranno l'opportunità di esplorare documenti d'archivio originali che narrano la storia delle scoperte, inclusi i primi appunti vergati durante gli scavi degli anni Cinquanta. Ma la mostra non è solo un'esposizione statica di reperti; è un'opportunità per la comunità di Paludi di riappropriarsi del proprio patrimonio storico e culturale.
Demma ha sottolineato l'importanza di coinvolgere la comunità locale e di rendere il museo un luogo accessibile e significativo per tutti. Paludi, pur trovandosi in una posizione defilata rispetto alle principali vie di comunicazione, può diventare una destinazione turistica di rilievo se messa in rete con gli altri siti della Sibaritide, come Sibari, Rossano, Corigliano e Cariati. L'obiettivo è di attrarre flussi turistici non solo per visitare la mostra e il sito archeologico di Castiglione, ma anche per godere delle bellezze naturali e culturali della regione, dal Parco del Pollino alle spiagge della costa ionica. L'incremento dei visitatori al Parco di Sibari negli ultimi anni è un chiaro segnale del potenziale turistico della regione, che può portare benefici economici non solo a Paludi, ma a tutte le comunità coinvolte. "Scavare le Radici" è quindi non solo un'esposizione di reperti antichi, ma un invito a esplorare le radici storiche e culturali della Calabria, a creare reti di collaborazione tra i comuni e a promuovere un turismo sostenibile e consapevole.
Il sindaco: «Solo l'inizio di un percorso più ampio»
Per il sindaco di Paludi, Stefano Graziano, questo è un momento storico. «Possiamo affermarlo con sicurezza, perché dopo ben 70 anni vediamo finalmente, tocchiamo con mano questi reperti archeologici. Questa mostra, organizzata in collaborazione con il Museo della Sibaritide, rappresenta solo l'inizio di un percorso più ampio. Abbiamo deciso di inaugurare questa esposizione con il recupero dei reperti degli anni Cinquanta rinvenuti a Castiglione di Paludi. Tuttavia, questo è solo il primo passo di una lunga serie. È importante non solo avere i reperti esposti, ma anche garantire l'accesso alle informazioni corrette. Pertanto, pian piano, cambieremo i reperti esposti, variando anche le tematiche affrontate, come giustamente sottolineato dal direttore Demma. Ci sono molte tematiche che possiamo esplorare nel Parco Archeologico di Castiglione, come la vita quotidiana dei nostri antenati, il loro lavoro e molto altro».
Ogni nuova esposizione sarà un'opportunità per riscoprire la storia del territorio e promuovere la sua valorizzazione. Inoltre, questo è anche un momento per avviare iniziative di marketing e promozione, con l'obiettivo di generare benefici economici per la comunità. «Stiamo già lavorando con la Pro Loco e promuovendo il volontariato per garantire una migliore accoglienza ai visitatori e gestire le prenotazioni - continua Graziano -. Vogliamo mettere in rete tutte le risorse del nostro territorio, non solo dal punto di vista archeologico, ma anche per quanto riguarda il patrimonio ecclesiastico, la gastronomia, il centro storico e altro ancora. Abbiamo anche stabilito rapporti di amicizia con altri comuni, come Pieve Santo Stefano, il paese di origine della madre di Amintore Fanfani. Questi scambi culturali non solo arricchiscono il nostro patrimonio, ma possono anche generare opportunità economiche attraverso il turismo e la collaborazione reciproca».
A coordinare i lavori di presentazione dell’evento che si è tenuto ieri, la responsabile del parco archeologico di Castiglione di Paludi e del Museo Donatella Novellis. La mostra potrà essere visitata fino al febbraio del 2025, poi ci saranno altri reperti in esposizione.