Andrea De Luca, la cui famiglia vanta illustri antenati, ha dedicato la propria vita all’insegnamento ed è monumento vivente della poesia arbëreshe che continua a declamare per far apprezzare la bellezza e l’armonia di una lingua antica e bellissima. Questo è il tempo della poesia e dei ricordi: durante le feste il mondo arbëresh torna a centrarsi sui valori della tradizione e l’incontro tra generazioni funziona ancora e grazie alle memorie che si tramandano è ancora possibile lo scambio solidale tra giovani e anziani, uno scambio favorito dalla generazione di adulti che ha la grossa responsabilità di rivedere le relazioni.

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Il valore della condivisione è al centro e questo è simboleggiato dallo scambio del bicchiere colmo di vino, una delle prelibatezze del mondo enogastronomico che costella l’universo arbëresh. La convivialità parla infatti di un livello di socialità immediato e semplice, un valore che gli arbëreshë sono certi di essere stati portatori e che hanno sostenuto nel corso del tempo nella nuova terra d’accoglienza. La poesia, insieme alle canzoni arbëreshe, ha l’importante valore poi di aver permesso la conservazione delle parole, anche di quelle che possono trovare scarsa applicazione nella quotidianità, rappresentando di fatto un museo vivente del patrimonio linguistico.