Pubblicato da Falco Editore, il volume si propone di gettare una luce sulle dinamiche di un servizio, quello sanitario, che nel Cosentino appare ancora lontano dagli standard che in molte altre realtà rappresentano protocolli ordinari
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A ridosso della prima serata di sabato scorso, nella sala consiliare del comune di Praia a Mare si è tenuta la presentazione del libro “Sanità Organizzata”, debutto editoriale della giornalista Francesca Lagatta che, per l’occasione, è stata affiancata dal collega Martino Ciano e dalla consigliera con delega alla cultura, Isabella Bencardino.
Pubblicata da Falco Editore poco prima dell’emergenza covid, l’inchiesta si propone di gettare una luce sulle dinamiche di un servizio, quello sanitario, che in provincia di Cosenza appare ancora lontano dagli standard che in molte altre realtà rappresentano protocolli ordinari. Focalizzandosi particolarmente sulla costa tirrenica cosentina, la reporter ha fornito uno spaccato fedele del vissuto quotidiano di un’utenza sempre più costretta a ricorrere a sistemi diversi da quello pubblico, per poter accedere alle cure in tempi compatibili alle proprie esigenze.
Per Francesca Lagatta si è trattato di un ritorno a casa, nel luogo in cui un giorno di qualche anno fa, le fu impedito di entrare per questioni attinenti la sua attività d’informazione, la sala consiliare del municipio che invece adesso l’ha accolta con tutti gli onori, e finanche la presenza del sindaco Antonino De Lorenzo.
Ancora attuale malgrado il tempo trascorso, la tematica affrontata nel libro si è rivelata utile a stimolare il dibattito, che sviluppatosi sulle direttrici proposte dai convenuti, ha reso evidente il sentimento con cui l’intero territorio si rapporta alla problematica, con interventi dal pubblico e testimonianze dirette di notevole impatto.
«In Calabria la sanità è un concetto astratto – è la presentazione dell’opera sul sito dell’editore – Si perde spesso nei meandri della burocrazia lenta e dei raccomandati, i “figli di”, i figli dei politici e dei mafiosi, che a volte sono la stessa cosa, che devono essere impiegati e sistemati col posto fisso grazie ai concorsoni costruiti su misura. Cose all’ordine del giorno. Poi ci sono i tagli alla sanità, quei maledetti tagli imposti dal Ministero della salute alle regioni commissariato per il risanamento dei debiti, tagli al personale, ai medici, agli ospedali che, senza timore di smentita, negli ultimi sette anni in questa terra hanno fatto più morti della ‘ndrangheta, tra ritardi disumani, apparecchiature mancanti od obsolete e medici “implosi” a causa dello stress».
«Nella zona del Tirreno Cosentino – punto focale da cui l’inchiesta di Francesca Lagatta trae origine – la sanità è un concetto abusato, violentato, bistrattato, complice il completo abbandono istituzionale che dura da decenni e che pare soltanto adesso cominci ad essere compreso, condannato e punito, grazie a una magistratura che sta cambiando il volto e restituendo dignità. Questa terra è legata a doppio filo con la ma la politica e il potere deviato, ragion per cui il caos sulla sanità è diventata l’occasione migliore per farsi degli amici, di quelli che contano, di ottenere soldi, incarichi di prestigio e poltrone, a costo di sacrificare vite umane. Un meccanismo che non ha niente di così diverso dalla criminalità organizzata. Di qui il nome dell’opera».