Una giornata dedicata alla denuncia dei disservizi e della desertificazione sanitaria di un sistema agonizzante, animata dall'ex dg dell'Asp di Vibo Valentia Rubens Curia
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Una analisi lucida di tutti i mali della sanità calabrese. Una diagnosi impietosa degli esiti di oltre 10 anni di commissariamento, gli stessi che hanno trasformato in agonizzante un malato grave. E tuttavia, al tempo stesso, un invito all'azione, al movimento di opinione ed alla mobilitazione dei cittadini. Questa in sostanza la sintesi dell'incontro promosso venerdì scorso dal Rotary Club di Tropea ed animato da Rubens Curia, ex Dg dell’Asp di Vibo Valentia, autore di studi e pubblicazioni sull'urgenza della riforma sanitaria regionale, ed oggi a capo di un movimento volto al potenziamento al della sanità territoriale, «Comunità competente».
Rotary e sanità
Una battaglia, la sua, fatta propria anche dall'associazione tropeana, i cui esponenti, ad iniziare dal presidente Giuseppe Maria Romano hanno mostrato di condividere il giudizio pesante dato dal dirigente sulla crisi di un apparato devastato dalle «interferenze della politica» e dalla «tendenza alla corruzione insita nel sistema sanitario regionale». Una sanità per inciso il cui disavanzo cresce di anno in anno, raggiungendo la cifra “monster” di 308 milioni di euro di debito di sola mobilità passiva, e che costringe i calabresi ad un aggravio di Irap ed Irpef di oltre 100 milioni annui, a parziale recupero del debito.
Covid -19: lo scenario
L'incontro, svoltosi nei locali del Sedile dei Nobili di Tropea, ha quindi aperto la strada a considerazioni allarmanti sugli scenari della pandemia. È opinione del relatore che, laddove si dovessero verificare dei picchi di contagio, il sistema regionale, graziato sino ad oggi da un contagio molto circoscritto, collasserebbe molto presto, data l'inadeguatezza – se non la totale assenza - di strutture di assistenza e prevenzione territoriale.
«I cittadini si mobilitino»
Da qui, l'appello del manager alla mobilitazione, alla nascita di un movimento di coscienze. Ricordando la battaglia propedeutica per la formulazione della legge Basaglia, «ci sono voluti anni di lotte civili per giungere alla chiusura dei manicomi ed alla formulazione della legge Basaglia», ha dichiarato, Curia ha auspicato anche per la Calabria un movimento che parta dal basso, che svegli la regione, e che spinga i governi a mettere fine a questa strutturale mancanza di presidi territoriali sanitari.
«Indietro su tutto»
«Veniamo da oltre 10 anni anni di mancata riforma – ha specificato quindi il tecnico -. Bisogna far sì che la Calabria si adegui a quanto già in atto nelle altre regioni: ovvero che si doti di una ospedalizzazione, di una sanità territoriale più marcata».
L'auspicio è porre un freno alla desertificazione dei servizi. «Siamo indietro su tutto – ha proseguito -. Da anni veniamo bocciati sui parametri dell'assistenza domiciliare, dello screening, della prevenzione. Abbiamo fallito gli appuntamenti, e dieci anni di mancata riforma hanno portato alla desertificazione dei servizi».
L'unione fa la forza
Unica nota positiva, la nascita di un gruppo di oltre 40 associazioni che insieme si sono unite per portare avanti la battaglia per il rafforzamento della sanità territoriale, «Comunità competente» appunto, che unisce esperti, ordini professionali, volontariato. Altro segnale importante la nascita, a Tropea, di un AFP - Associazione Territoriale Funzionale, che vede i 20 medici di base attivi in città alternarsi in studio cinque giorni su sette, al fine di non lasciare mai sguarnito il territorio.