Il 25 marzo l'I.I.S. Leonardo da Vinci ed il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti celebreranno il Dantedì davanti al monumento di Gioacchino da Fiore, nel cortile della Chiesa San Domenico di Guzman, nel quartiere Olivaro a San Giovanni in Fiore. Sulla lastra frontale del monumento è riprodotta l'immagine di Gioacchino da Fiore pubblicata nel 1612 dal priore cistercense Giacomo Greco con la dicitura «Questa che vedi è la vera immagine del celebre Gioacchino, che fu nel mondo mirabile nell'aspetto e nell'anima». Quest'immagine era scolpita sul coperchio lapideo della tomba terragna di Gioacchino da Fiore, oggi perduta, costruita nella Cappella della Madonna della Chiesa abbaziale florense dopo la traslazione della salma da San Martino di Canale a San Giovanni in Fiore. 

Sotto l'immagine è riportata l'immortale terzina del XII Canto del Paradiso di Dante: "....e lucemi da lato, il calavrese abate Giovacchino di spirito profetico dotato". Gli studenti rappresenteranno il Canto XII del Paradiso della Divina Commedia Commedia: da qui verrà evidenziata l'influenza esercitata da Gioacchino nei confronti di Dante. L'iniziativa intende anche riproporre l'importanza del monumento. Il busto bronzeo è alto cm 105 ed è stato realizzato nel 2005 dal maestro Mario Succurro, un apprezzatissimo scultore e pittore sangiovannese di arte sacra.

L'accurata ricerca iconografica è stata condotta dal prof Salvatore Oliverio, presidente onorario del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Il monumento, voluto da don Carlo Arnone, è il frutto di una sinergia "trinitaria" fra Succurro, Oliverio e Arnone; una collaborazione che ha prodotto un busto «gotico, vibrante nella varietà delle sue forme ovali e triangolari e delle sue linee verticali che puntano verso l'alto e con lo sguardo serenamente volto all'orizzonte dove si congiungono cielo e terra. «Non ci sono - scrive Oliverio - accenni barocchi o manieristici né espressionistici atteggiamenti rivoluzionari o ideologici». Il busto poggia su una base ricoperta nei quattro lati da lastre di marmo riproducenti immagini e didascalie. Nelle lastre don Arnone ha fatto incidere frasi in nove lingue che esprimono l'universalità e l'ecumenismo del pensiero dell'abate ed alcuni versi di Giuseppe Oliverio, un bravissimo poeta sangiovannese.

Dopo la lettura dei messaggi di don Carlo Arnone e di Salvatore Oliverio, porgeranno i saluti il parroco della chiesa San Domenico don Benedetto Veltri, l'autore del busto Mario Succurro, il dirigente scolastico Pasquale Succurro, le docenti Mary Scarcelli e Rosangela Veltri, il giornalista Franco Laratta ed il presidente del Centro Riccardo Succurro. Nel "Maggio Gioachimita" verranno approfonditi la presenza di Gioacchino da Fiore nel Novecento ed il rapporto Gioacchino/ Dante con relazioni di professori di Letteratura di varie Università italiane