Due giorni di cerimonie che anticipano la festa tradizionalmente prevista per il 4 maggio che dovrebbe svolgersi dopo due anni di stop
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I festeggiamenti iniziati ieri proseguiranno anche oggi, preludio della festa tradizionalmente prevista per il 4 maggio che quest'anno, dopo lo stop dovuto alla pandemia, dovrebbe svolgersi nella sua interezza. La Calabria festeggia oggi il suo patrono, il Santo dei poveri, San Francesco di Paola. Ieri si è svolta la processione e il corteo con le sacra ossa del Santo accompagnate dai sindaci del comprensorio. Si terrà invece questa mattina la santa messa celebrata dal vescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta. A seguire l'atto di affidamento del sindaco al santo.
Chi era San Francesco di Paola
San Francesco da Paola nacque il 27 marzo 1416 a Paola, la striscia di terra cosentina bagnata dal mar Tirreno. Figlio di Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, fu chiamato così per onorare il voto che la famiglia aveva fatto a San Francesco d'Assisi. Sua madre, infatti, lo diede alla luce in età avanzata, circostanza, all'epoca, considerata più unica che rara. San Francesco, che è patrono della Calabria, è fortemente amato e venerato nella sua città, dove sorge il santuario a lui dedicato, metà di pellegrinaggio di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. All'interno della basilica, sono custodite parte delle sue spoglie. Le restanti si trovano a Torus, in Francia, dove l'eremita calabrese morì a 91 anni il 2 aprile del 1507.
Secondo le biografie ufficiali, Francesco entrò adolescente in convento a San Marco Argentano per onorare un secondo voto. Guarito da una grave malattia agli occhi, dovette indossare l'abito francescano per un anno. Ma durante la permanenza nel monastero, le sue attitudini religiose si fortificarono e i fenomeni soprannaturali che lo hanno famoso in ogni angolo del pianeta divennero una costante. Da quel momento, il piccolo Francesco dedicò tutta la sua vita agli altri e viaggiò molto. La sua fama lo portò fino in Francia, dove visse gli ultimi 24 anni, per lo più in solitudine. La canonizzazione, che segna il passaggio di un beato nel novero dei santi, avvenne a soli 12 anni dalla morte. La ordinò Papa Leone X, fortemente legato a Francesco Martolilla, poiché da bambino ricevette da lui la previsione dell'elezione al soglio pontificio.