C’è una storia di fede secolare che palpita in questa regione ed è quella di San Francesco Da Paola, patrono della Calabria. Nato a Paola, attuale provincia di Cosenza, il 27 marzo del 1416 , è morto in Francia nel 1507 proprio il 2 aprile, al secolo venerdì Santo, giorno in cui la chiesa cattolica ne celebra il ricordo. La sua storia è legata anche a Reggio Calabria. Tra le iconografie più note proprio quella del prodigioso attraversamento dello Stretto, miracolo profondamente legato al mare. Con il saio, un bastone in mano ed una barba bianca fluente, San Francesco da Paola attraversa lo stretto tra Reggio e Messina sul suo mantello e una vela sostenuta dallo stesso bastone, in compagnia di due confratelli.

La devozione

Eremita, fondatore dell’Ordine dei Minimi in Calabria, celebre taumaturgo, visse una vita di fervida preghiera. Patrono di Calabria e Sicilia, oggi piene di luoghi in cui fiorirono i suoi eremitaggi, ma anche del Regno delle Due Sicilie e compatrono di Napoli, San Francesco da Paola è invocato contro gli incendi, la sterilità e le epidemie, a lui si affidano naviganti, bagnini di salvataggio, gente di mare e pescatori, eremiti. Le sue commemorazioni sono anche occasioni di preghiera per tutti i caduti in mare, pescatori e naviganti. Nel 1943, Pio XII lo proclamò Patrono della gente di mare.
Tra le comunità che a lui si affidano, oltre Paola, vi sono anche Polistena, Paterno Calabro, Spezzano della Sila, Terranova da Sibari, Corigliano Calabro, Marina Grande di Scilla, Catona di Reggio Calabria e Sambiase di Lamezia Terme. Parte delle sue reliquie sono conservate presso il Santuario, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, nel comune natio di Paola.

La vita e i prodigi

Chiamato Francesco per l’affidamento a San Francesco D’Assisi dei genitori che lo concepirono dopo tanti anni di matrimonio, trascorse da piccolo un anno in un convento di Frati Minori a San Marco Argentano, a nord di Cosenza, dove già manifestò i prodigi di cui era capace.

Tornato a Paola, con i genitori intraprese un pellegrinaggio fino ad Assisi, passando per Montecassino, Loreto, Monte Luco presso Spoleto e Roma dove l’eremitaggio lo folgorò al punto che rientrando in Calabria, in un piccolo campo di proprietà paterna condusse una vita di penitenza e preghiera che nel tempo attirò altri giovani dando inizio all’esperienza del gruppo degli Eremiti di fra Francesco, ospitati in alcune celle da lui costruite, prima, e poi in una chiesetta con un chiostro. Fu l’inizio di un cammino di grande Fede, scandita da sorprendenti prodigi come la sopravvivenza al fuoco di una fornace da riparare e le numerose e miracolose guarigioni di infermi. Pieno di devozione ma indifferente alla soggezione ai potenti, che sfidava apertamente denunciando le ingiustizie e le oppressioni di cui si macchiavano costantemente, Francesco da Paola ebbe una fama che si diffondeva rapidamente. Fu, infatti, presto, invitato a fondare un convento anche a Milazzo, in Sicilia.

Il miracoloso attraversamento dello Stretto

Con due confratelli si mise in viaggio, spingendosi a Sud della Calabria e raggiungendo la sponda reggina di Catona, “In quel corno d’Ausonia che s’imborga”, cantato da Dante Alighieri nel canto VIII del Paradiso. Qui chiese a un pescatore di accompagnarlo ma costui rifiutò per l’assenza di compenso, pentendosene in seguito. Francesco, allora, fece del suo mantello una barca e del suo bastone una vela e così attraversò lo Stretto, davanti a testimoni oculari assolutamente sbalorditi. Tra loro lo stesso pescatore. Un miracoloso attraversamento, avvenuto il 4 aprile 1464, presente nella memoria della stessa comunità di Catona che ha eretto un monumento dedicato a quel miracolo. Anche quest’anno la chiesa di San Francesco da Paola di Catona lo ricorda con la preghiera e con i botti.

Il viaggio in Francia

Inviato fino in Francia per intervenire sulle gravi condizioni di salute del re Luigi XI, nonostante le suppliche di quest’ultimo e le preghiere e le penitenze del Santo, il monarca non sopravvisse. Guidato dallo stesso Francesco al pentimento, il re ricevette i sacramenti preparandosi alla morte. Il Santo rimase in Francia dove mise a punto le Regole dell’Ordine dei Minimi e nel Castello di Plessis-lez-Tours, nel comune di La Riche nella Valle della Loira, si spense il 2 aprile 1507, in un venerdì Santo durante la Passione di Cristo. Fu beatificato nel 1513 da papa Leone X e da lui stesso proclamato Santo nel 1519. Papa Giovanni XXXIII, con il breve Lumen Calabriae, nel 1962 lo ha proclamato Patrono della regione Calabria.

L'attesa a Reggio Calabria

Esercizi spirituali comunitari, dopo la Santa Messa del pomeriggio, e la meditazione per la comunità tenuta dall'arcivescovo emerito di Reggio Calabria monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, sul tema "Alle radici della sinodalità" hanno scandito l'ultima settimana, in attesa dell'odierna giornata del Santo patrono della Calabria. La chiusura del cammino di preghiera dei tredici venerdì e la commemorazione del transito del Santo hanno preceduto il triduo liturgico.