Politiche di rilancio destinate al Museo e al Parco archeologico di Sibari, imponenti investimenti in materia di messa in sicurezza, di studi e ricerche. E in questi giorni è stato presentato uno spazio multimediale (rimodulato rispetto ai progetti iniziali), e una mostra temporanea dal titolo Invocazioni dell’artista tarantina Giorgia Catapano, le cui opere resteranno esposte dall’8 dicembre all’8 marzo 2022. 

Dall’8 dicembre sono aperte al pubblico anche le sale multimediali nel cosiddetto Modulo ippodameo, un edificio costruito nel 2016, in aggiunta agli spazi espositivi del Museo, in seguito a un finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale. Le nuove sale offrono un interessante percorso multimediale, progettato con la direzione scientifica del direttore del Parco archeologico di Sibari, Filippo Demma.

I visitatori potranno assistere a videoinstallazioni su Sibari e Turi (colonia greca fondata dopo la distruzione della prima), vestire i panni di un archeologo attraverso esperienze di gaming, ripercorrere la storia del territorio della Sibaritide (che si estende dal Pollino alla Sila) grazie a raffinate animazioni impreziosite dalla voce dell’attore Giuseppe Cederna e manipolare virtualmente reperti del Museo in 3D, tra cui il celebre Toro cozzante. Concepita una nuova identità visiva del Parco archeologico di Sibari, a cominciare dal logo, risultato della stilizzazione del moto ondoso che è stato geometrizzato, trasformato in un segno grafico vettoriale, attraverso le proporzioni della sezione aurea.

Ridurre le distanze con i visitatori, linguaggio meno settoriale nei Musei

Nel corso della conferenza stampa il direttore Demma ha illustrato le attività svolte sin dal suo insediamento, l’eredità ricevuta e le prospettive. Molte le difficoltà incontrate nella fase di costruzione e di rilancio del sito, anche a causa della pandemia che ha rallentato il processo di elaborazione e di lavorazione. Tra gli obiettivi della direzione la modifica delle tecniche di comunicazione e di ridurre le distanze nel linguaggio utilizzato solitamente nei Musei forse troppo settoriale. Nei prossimi mesi arriveranno quattro ricercatori destinati allo studio di alcuni reperti importanti presenti nel parco. È stato avviato un percorso di partecipazione e di coinvolgimento del mondo associazionistico al fine di ascoltare le esigenze del territorio e lavorare insieme per progettare le soluzioni migliori.

Ribadita la “dote” del Parco di Sibari con i suoi 500 ettari di area una cui ampia porzione (200 ettari) è stata «illegalmente espropriata» e di cui non si ha il controllo. «Solo tre soggetti hanno pagato regolarmente le concessioni, gli altri sono degli occupanti abusivi più volte sfrattati», afferma Demma. Sono state attivate le procedure di recupero e una volta tornate in possesso del Parco, le aree saranno gestite insieme al mondo associazionistico.

Lotta alla criminalità, campagna promozionale e la necessità di fare rete

È stato ripreso il tema della presenza della criminalità organizzata, degli atti intimidatori perpetrati ai danni del Parco, dell’utilizzo persino di alcuni siti in cui le prostitute svolgono l’attività di meritricio. Situazioni che si stanno affrontando unitamente a una attività di coordinamento con le forze dell’ordine. Il sito ospiterà in prospettiva un’area destinata alle piante dell’Ulivo e un parco destinato all’energia pulita.  

La zona interessata è sotto il livello del mare, spesso il Parco si allaga e l’impianto attualmente in dotazione è ritenuto inadeguato e costoso (100mila euro l’anno) per i consumi di energia elettrica. Si sta progettando un sistema innovativo che metterà in sicurezza il Parco del Cavallo. L’emergenza in assoluto, al momento, è la tutela del Parco e la messa in sicurezza e questo richiede progetti e fondi. È prevista a seguire una imponente campagna di comunicazione e promozionale del sito al fine di intercettare nuovi flussi.

Oggi il sito di Sibari intercetta circa 20mila visitatori rispetto ai 5 milioni che registra Pompei. I dati, quindi, sono insufficienti a ripianare i costi d’investimento ma anche a creare un indotto ricettivo attorno al Parco e al Museo. Di certo, ha fatto sapere il Direttore Demma, la sola campagna di promozione non basta. «Se non ci sarà una iniziativa integrata di tipo politico in grado di metter su una rete infrastrutturale adeguata, dei servizi ricettivi e di accoglienza nel territorio, tutti gli sforzi diverranno inutili».