VIDEO | Al Teatro Primo il mito si trasforma in un'opera attuale: «Oggi è anche la voce di chi viene escluso, di chi è ultimo e oppresso»
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Una Medea lontana dagli stereotipi, non più soltanto maga e assassina, ma donna, straniera, vittima e ribelle. È questa la chiave di lettura proposta da "Le verità di Medea", scritto e interpretato da una magistrale Anna Maria De Luca per la regia di Luca Maria Michienzi e prodotto dal Teatro del Carro.
Un’interpretazione intensa e profonda al Teatro Primo di Villa San Giovanni che, all'interno della stagione teatrale di drammaturgia contemporanea, ha dato corpo e voce a una Medea che rivendica la sua centralità nelle imprese di Giasone, smascherando inganni e menzogne. Un dramma che parla al presente, mettendo in discussione le dinamiche di potere e la cultura patriarcale.
Una rappresentazione che ha saputo restituire alla figura di Medea una dimensione nuova, capace di travalicare i confini della classicità per farsi voce di istanze moderne e attualissime.
Nel testo originale di Euripide, Medea è una donna tradita e abbandonata che, nel tentativo estremo di affermare la propria identità e il proprio dolore, arriva all'atto estremo del figlicidio. In questa riscrittura, però, il personaggio si libera dall'immagine stereotipata di maga e assassina per rivelarsi una figura di donna tradita e ingannata, ma anche cosciente del proprio valore e della propria forza. Si mette al centro della scena la sua condizione di straniera, elemento che diventa una chiave di lettura potente per parlare di marginalizzazione e oppressione.
«Medea è il mio personaggio del cuore, una storia che rincorro da anni» racconta Anna Maria De Luca, autrice e protagonista. «È una figura che offre tante risposte a domande universali, e forse la più importante è quella della condizione di chi viene da un’altra parte del mondo, dell’altro che non appartiene alla società in cui arriva e che, invece di essere accolto come ricchezza, viene etichettato e isolato. Questo aspetto emerge dai testi più antichi fino ai giorni nostri».
Un personaggio dalla forza strutturale, capace di resistere al pregiudizio e di mettere in discussione le regole imposte. «Ognuno di noi ha qualità che possono essere messe al servizio degli altri. Questo è il nucleo di Medea, la capacità di resistere, di affermarsi nonostante le etichette. La prima Medea che ho incontrato è stata quella di Corrado Alvaro, e da lì ho iniziato un percorso di studio e ricerca che mi ha portato a scoprire altre versioni, come quelle di Christa Wolf e Patrizia Filia. Ho attinto da fonti storiche e poetiche per costruire una Medea che non è solo mito, ma anche realtà contemporanea».
Anna Maria De Luca approfondisce la complessità del personaggio e la sua attualità. «La Medea di oggi – dice - è anche la voce di chi viene escluso, di chi deve lottare per far sentire la propria verità. Quello che mi affascina è la sua capacità di non arrendersi, di cercare giustizia, di ribaltare le aspettative che la società ha su di lei. Studiando Medea ho scoperto quanto la sua storia sia moderna, quanto parli delle dinamiche di potere, di chi è costretto a reinventarsi lontano dalle proprie radici».
Non è un caso che questo spettacolo si chiami "Le verità di Medea". «Medea è sempre stata raccontata da altri, ma qui le diamo la possibilità di parlare, di dire la sua versione. È un racconto che mette in discussione tutto ciò che credevamo di sapere su di lei, un atto di giustizia verso un personaggio che è stato spesso frainteso».
Lo spettacolo ha raccolto grande apprezzamento da parte del pubblico, che ha riconosciuto nella sua narrazione una potente attualità. Medea non è più solo il personaggio tragico di una vicenda lontana, ma una voce che parla anche al presente, interrogandoci sulla condizione della donna, sulla società patriarcale e sul valore della verità. Un'opera che dimostra come il teatro possa ancora oggi essere strumento di riflessione e cambiamento, capace di riportare alla luce storie antiche per svelarne il significato più autentico e universale.