Il clamore della notizia lanciata a toni alti dal soprintendente ai beni archeologici di Catanzaro, Cosenza e Crotone, in merito all’iscrizione lapidea su granito locale risalente agli inizi del VII secolo a.C scoperta a Cortale, nell'area dell'ex abbazia distrutta dal sisma del 1783, non accenna a placarsi. Ma a gettare acqua, e tanta, sul fuoco dei facili entusiasmi, ci pensano i 5 stelle. Ai toni entusiastici del soprintendente Mario Pagano, che la descrive come «l'iscrizione più antica della Magna Grecia e della Sicilia finora rinvenuta», e che parla di un reperto «che darà nuova luce alla storia della Magna Grecia», fa da contrappunto l’invito alla prudenza espresso stamani dalla senatrice M5s Margherita Corrado, archeologa e membro della Commissione Cultura.

Corrado: «Serve uno specialista»

«Ho chiesto ufficialmente al Ministro Bonisoli di sollecitare alla Direzione generale competente gli accertamenti del caso e mettere fine al più presto all'intollerabile chiacchiericcio di queste ore, poiché vedo messe a rischio la credibilità del Dicastero e la dignità della ricerca archeologica in Calabria - ha esordito la Senatrice raggiunta al telefono, che prosegue: «La comunicazione della scoperta è arrivata da una fonte interna, ufficiale, autorevole. Per questo, ho chiesto lumi direttamente al direttore generale Mibact, il dottor Famiglietti. Per poter esprimere giudizi così entusiastici sulla natura del reperto – ha specificato la senatrice - serve un epigrafista, che di fatto, nella soprintendenza è assente. Pertanto – ha chiosato - ogni considerazione sull’oggetto che prescinda da uno studio specifico, resta una chiacchiera, una considerazione personale, che rischia di creare un allarme in positivo privo di fondamento, lesivo della credibilità delle istituzioni».

Invito alla prudenza

«È urgente che il Ministero per i Beni e le Attività culturali, interpellando i massimi specialisti di epigrafia greca, accerti l'autenticità della presunta iscrizione arcaica di Cortale e che in attesa della verifica, il Collegio Romano inviti alla cautela. Sappiamo – ha quindi proseguito la senatrice – che il rinvenimento annunciato con grande enfasi nei giorni scorsi ha suscitato scalpore sia nell'opinione pubblica, sia tra gli archeologi e gli storici. Lo ha fatto però per ragioni opposte e inconciliabili. All'entusiasmo dei non addetti ai lavori per la supposta dedica ad Eracle, che si vorrebbe più antica di ogni altro testo in alfabeto acheo finora trovato in Magna Grecia, si sono accompagnate troppe risate a mezza voce, troppe strizzatine d'occhio, tanto negli ambienti accademici che in quelli ministeriali, per consentire che il sospetto di una clamorosa cantonata persista ancora a lungo».