L'area sarà aperta a turisti e visitatori con tutta probabilità il prossimo 24 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio
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Un racconto tutto da scrivere che incanta e affascina, quello degli scavi di piazza Garibaldi a Reggio Calabria. I resti del tempio romano e l’antico calpestio nel cuore del sito. Gli scavi dell'antico sito si preparano a mostrarsi in tutta la loro unicità ai visitatori reggini e ai turisti. L'emozione di camminare tra i resti è molto più intensa rispetto al riuscire a sbirciare dall'esterno del recinto.
Il cantiere infatti presenta delle finestrelle nel recinto che lo circonda per consentire di vedere cosa succede all'interno. Ma lo stesso cantiere è stato pensato anche come luogo di studio.
Come anticipato dal direttore scientifico Fabrizio Sudano (soprintendente archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia ) le visite partiranno da settembre.
Le Giornate Europee del Patrimonio
E così sarà perché la prima possibilità di entrare negli scavi sarà il prossimo 24 settembre, probabilmente anche il 23 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio che prevedono anche nella città dello Stretto visite guidate, iniziative speciali e aperture straordinarie saranno organizzate nei musei e nei luoghi della cultura italiani sul tema al centro dell'iniziativa.
Piazza Garibaldi si prepara all'evento con una speciale recinto che consentirà ai visitatori di entrare nel sito in tutta sicurezza. Sul posto ci saranno gli archeologici e il personale che sta lavorando per scoprire cosa il sottosuolo prezioso di Reggio, ancora una volta, ha fatto emergere. Le visite potrebbero essere organizzate anche sabato pomeriggio, ma è ancora un'ipotesi al vaglio. Di sicuro il tour si farà domenica mattina, probabilmente dalle 9 alle 13.
Le visite delle scuole
«Ci auguriamo che questa operazione sia di gradimento – afferma Sudano – poi penseremo alla scuole». Come anticipato il cantiere sarà aperto alle visite didattiche di scuole e associazioni, naturalmente solo su prenotazione.
La storia del sito
I più attenti ricorderanno che la storia dei resti inizia nel lontano 2016, quando furono fatti gli scavi esplorativi in vista della costruzione di un grande parcheggio. Il sottosuolo della città dello Stretto, in quell'occasione, regalò ancora una volta grandi sorprese. Gli scavi furono sistemati e richiusi in attesa di avere dei fondi per procedere con la valorizzazione. I lavori sono cominciati in primavera e adesso si vedono i primi frutti. Un tempio in tutta la sua bellezza, paragonabile forse a quello del parco dei Taureani.
L'archeologia
Come spiega l'archeologa del team Maria Maddalena Sica: «La costruzione è in malta mischiata a ciottolo, rivestita di mattoni all’esterno, sulla quale viene sistemato un rivestimento. Sulla base dei confronti con templi simili è probabile che il tempio avesse un’unica cella, la stanza del culto, e sulla fronte dovevano esserci quattro colonne. Reggio, città importante al tempo dei romani, ci ha restituito un gioiello».
La speranza del team di archeologi è di poter restituire alla città il tempio col rivestimento, con gli addobbi e con le facce del culto del luogo. Anche se l’archeologa non nasconde la complessità del sito. «È una zona molto discussa. Siamo fuori dalle mura, siamo fuori dal centro, siamo vicino al mare, vicino al Calopinace, per Reggio c’è il problema della collocazione del porto: qui o nella rada dei Giunchi. Ci piacerebbe pensare che sia in questa zona visto questo ritrovamento».